2032

E’ notte nella città di x, 
dove Morte, che un tempo mi amava, siede
in una limousine, con una coperta sulle ginocchia,
e aspetta che arrivi l’autista. I capelli
sono bianchi, gli occhi rimpiccioliti, le guance
senza più lucentezza. Non brandisce la falce
da anni, da anni non tocca la clessidra. Aspetta
di andare all’Hotel Celeste, il luogo supremo di villeggiatura,
dove un silenzio illimitato colma l’aria che profuma di lillà,
e pesci di marmo nuotano immobili in mari di marmo.
Ma dove… dov’è l’autista? Ah, eccola,
scende la scalinata del giardino, tacchi a spillo, abito lungo di velluto
e boa dorato, lancia baci alle piante.


Mark Strand (Canada-USA, 1934-2014)

Lascia un commento