Antonella, imprenditrice e barista

Tra Scilla e … Milano! Storie di pasticceria milanese

Incontro Antonella nel bar di Via Bligny che gestisce insieme al marito. Un bar storico, dove hanno girato alcune scene di Rocco e i suoi fratelli. Qui vengo spesso a prendere il caffè e mi ha incuriosito la cordialità di Antonella e del marito in una città che a volte fatica anche a salutare. E’ indaffarata, Antonella, ma con la consueta cordialità mi concede una breve intervista.

 

Quando sei arrivata a Milano? Come ti sei trovata?

Sono arrivata a Cinisello Balsamo da piccola, nel 1971. C’erano già alcuni parenti a Milano, mentre i nonni erano rimasti in Calabria. Visto che c’erano diversi membri della mia famiglia, ambientarsi al nord non è stato difficile. E con la scuola elementare son riuscita anche a superata la mia proverbiale timidezza… Erano anni in cui la vita scorreva nei cortili dei grandi condomini, si stava tutto il giorno in strada con altri bambini. Di quegli anni ricordo la michetta con la nutella come momento di gioia, anche se spesso non riuscivo a finirla perché una mia amica faceva di tutto per portarmela via – e spesso la mia michetta si riduceva a metà! L’unica mia salvezza era mangiarla in fretta, evitando così che la mia amica si accorgesse che me la stavo mangiando. Pensa un po’!

 

E quando cominci a vivere la città?

Con le scuole superiori scopro milano, e il Burghy che era una novità da seguire – http://it.wikipedia.org/wiki/Burghy -. Siamo nella Milano dei paninari, pieni anni ’80, e io sono una paninara – con il moncler, i jeans coveri, e cintura el charro e scarpe timberland. Ma paninari a parte, scopro una Milano fatta di luci e strade grandi, e il fascino della novità del viaggio diventa presto una molla per svegliarsi al mattino, prendere il bus e andare in P.zza Duomo dove si trova la scuola per operatore d’ufficio – e il Burghy! Ricordo ancora un po’ la musica di quegli anni: Spandau Ballet, Duran Duran…

 

Ma la passione dell’inglese ti spinge lontano, giusto?

Dopo tre anni di scuola come operatore d’ufficio e un anno in una scuola di inglese, decido di andare a Toronto. Mi è venuta la fissa dell’inglese, e mi sembra che andare a Toronto possa essere una bella esperienza… Così vado a trovare una mia zia in Canada e passo sei mesi lì. Una bella esperienza, anche se poi trovo un lavoro leggendo un’inserzione su di un giornale e cercano proprio un’italiana. Perché? Perché serve una cameriera in un bar-pasticceria frequentata quasi esclusivamente da italiani!

 

Perché poi decidi di tornare a Milano?

Non me la sento ancora di stare lontano dalla mia famiglia, mi manca l’Italia… Torno a Cinisello e comincio a lavorare nel negozio dei miei, cercando nel mentre un lavoro come operatrice d’ufficio. Ma fatico a trovare lavori stabili, non molte offerte di lavoro sono serie e comunque ormai mi sono abituata a stare in mezzo alla gente e lavorare dietro ad una scrivania mi sembra più difficile del previsto… Ma non mi demoralizzo, e mi sposo!

Ah sì? E con chi?

Con Antonio, che conosco da quando ho 12 anni. E’ originario di Scilla come me,  e per anni avevamo l’abitudine di passare le estati insieme e poi di separarci perché io tornavo a Cinisello e lui restava lì. Fino a quando decise di trasferirsi a Milano e, dopo il matrimonio a fine degli anni ’80, insieme aprimmo un panificio – che ha anche dei locali per un’abitazione – in Corso Vercelli a Milano.

 

Così aprite un panificio quasi nel centro di Milano?

Sì, e col panificio le cose vanno proprio bene. Non solo c’è un panificio (e il profumo del pane, indimenticabile) ma anche un laboratorio di pasticceria che diventa il mio nuovo mondo. E’ sempre un piacere ricordare lo stupore dei clienti quando arrivavo con le torte appena sfornate… Con gli anni, però, il lavoro notturno comincia a pesare un po’ e così decidiamo di prendere il bar-pasticceria che gestiamo ancora oggi in una data memorabile, per molte ragioni: 11/9/2001! Inizialmente pensiamo di tenere entrambe le attività, ma poi ci rendiamo conto che trovare persone affidabili che ci possano aiutare è difficile, e il bar è molto, molto impegnativo. Così teniamo solo il bar. Non è sempre facile. E in particolare in questi anni, con la crisi economica, anche noi abbiamo ridotto un po’ il personale… Speriamo che le condizioni per ampliarci nuovamente si ripropongano presto.

 

Cosa ha fatto la ‘società’ per te?

La ‘società’ per me significa Milano. Milano mi ha dato lavoro, le sono riconoscente, ma se ci fosse la possibilità di tornare in Calabria sarebbe molto bello. Ora mi piacerebbe molto tornare a Scilla, ma col lavoro come si fa? Magari più avanti, quando i figli saranno ancora più grandi. Ma per ora ciò che ci preme di più è che si sistemino anche al di fuori dal bar, qui il lavoro è davvero molto faticoso…

 

Cosa hai fatto per la ‘società’ – o per Milano?

Io e mio marito abbiamo dato opportunità di lavoro, anche ora siamo ben lontani dal nostro massimo storico di dieci dipendenti. Ci piacerebbe fare di più, ma per ora va così.

 

Quali sono il tuo piatto preferito e la bevanda preferita?

Vino rosso o un prosecco che accompagna una pasta e lenticchie.

 

Pasta e lenticchie?

Sì, perché è primo piatto fatto nell’adolescenza. E così quel piatto è rimasto nella memoria e se cucinato bene è assolutamente il mio piatto preferito!

 

Che musica ascolti o che libro leggi?

A periodi, ultimamente Mario Biondi e quel genere di musica. Per i libri, non c’è tempo.

 

Un talento che hai e uno che ti manca.

Tenacia e pazienza sul lavoro, un po’ di timidezza di fondo – anche se superata stando in mezzo.

 

Cosa hai imparato dalla vita?

L’importanza di studiare e di applicarsi – così da imparare un metodo di studio, così da poter imparare anche dai libri e dalla vita.

 

 

2 risposte a “Antonella, imprenditrice e barista”

  1. Giuseppe

    Bellissima storia:)

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  2. admin

    Grazie Giuseppe, continua a seguirci. Saranno tutte così le nostre storie!

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