Elena, ballerina e scrittrice

La tua storia in dieci righe (o più) righe 

Credo di essere stata una bambina felice e sensibile. “Precisina” già da piccola, amavo passare i pomeriggi in giardino a parlare con le piante e a giocare con i gatti. Ricordo di aver provato una gioia immensa quando ho imparato a leggere e a scrivere.

A otto anni mi sono innamorata: della danza, ovviamente! Quell’amore mi ha accompagnato in tutte le mie scelte e mi è stato vicino, mi ha aiutata a crescere e a conoscermi.

Brava a scuola, a volte anche troppo, finisco il Liceo (scientifico) e mi iscrivo a Lettere Moderne (a Firenze, ma termino a Bologna). Non seguo neppure un corso, ma viaggio prima in Italia, per studiare danza e cercare lavoro, poi mi trasferisco per otto mesi a Parigi.

Al ritorno da Parigi, decido che è il momento di cambiare un po’ di cose: termino la triennale e mi dedico completamente alla danza.

Per fare tutto ciò, devo risolvere qualche conto in sospeso con me stessa, imparare ad amarmi e a prendermi cura di me; qui arriva il secondo amore: la scrittura. Comincio a scrivere per necessità ed è una cura, una terapia, un’amicizia, un punto di riferimento.

Vivo e lavoro come danzatrice professionista a Roma per un anno e mezzo: che felicità! Mi trasferisco ad Amsterdam, dove tutt’ora lavoro come danzatrice free-lance e insegnante. Ho instaurato collaborazioni come danzatrice anche in Germania.

Che altro? Tanto lavoro, tante sfide, tanti tentativi, ma se mi guardo indietro approvo le mie scelte e sono contenta di vedere dove mi hanno portata.

Sono sempre stata appoggiata dalla mia famiglia e ho sempre sentito le mie splendide amiche vicine a me, pronte ad incoraggiarmi: è una grande fortuna!

La chiave, probabilmente, risiede nel fatto che non ho mai smesso di ascoltarmi e mi sono fidata delle mie sensazioni.

Gioie e dolori di lavorare come artista (ballerina, scrittrice, etc.)

Ballare è parte di me, non potrei prescindere dalla danza. È un qualcosa di totalizzante e intenso; mi rende viva, attenta, presente.

Terminato il liceo, ho dovuto lottare con la paura di una vita precaria, conseguenza prevedibile della mia scelta: non sapere se e quando si avrà un lavoro (magari pagato), uno stipendio, una casa. Entrare in qualche teatro potrebbe essere un’ottima soluzione, ma non sempre è facile riuscirci e non è la strada per tutti.

Anche l’insicurezza, sia da adolescente che in seguito, ha ostacolato con forza il raggiungimento degli obiettivi: paura di non essere abbastanza, incapacità di mostrarsi, di “vendersi”, di far sentire la propria voce, quando in realtà si sta gridando con tutte le forze e ci si sente stanchi, delusi, incompresi.

Ma resta sempre un fuoco dentro, una voce, una spinta, un desiderio, una convinzione di coerenza che continua a sussurrarti che va bene così, che devi provare, che quella è la strada giusta, perché lo sai, lo senti.

Le gioie, infatti, sono infinite, incommensurabili e impagabili. L’adrenalina del partire, viaggiare, conoscere posti nuovi, mettersi alla prova in sale di danza sempre diverse con altrettanti insegnanti e colleghi. Viaggiare in treno, in aereo, con la propria valigia, sempre quella, e un infinito senso di libertà, di leggerezza, di amore per la vita; in quei momenti tutto è possibile.

Salire sul palco e dare tutto ciò che si ha, mostrare le cose sotto un’altra luce, essere se stessi, poter dire la verità; a volte fa paura, la mente ti fa credere che non ce la farai, che qualcosa andrà storto, ma poi lo spettacolo inizia ed è come un viaggio, come un vento, segue la sua direzione, si libera. E’ meraviglioso.

Una mantovana a Amsterdam: raccontaci qualche incontro speciale/inaspettato/commovente 

Penso subito a due episodi e questi racconto. Thea e la Signora sul volo per Madrid.

Arrivo ad Amsterdam, per la prima volta, ma ho già deciso di trasferirmi lì. Il primo giorno vado subito a vedere una stanza, ma la casa non mi piace, non mi convince. Nei giorni seguenti ne vedo altre e comincio a pensare che la prima, in realtà, non fosse così male e decido di prenderla. Non appena mi trasferisco incontro una delle mie future coinquiline, Thea. È un istante, ci salutiamo, cominciamo a parlare e lo capisco subito. Quella è la casa in cui sarei dovuta andare e quella è la persona che avrei dovuto conoscere. Inutile dire che, nonostante i nostri viaggi, siamo molto vicine e vorremmo anche collaborare artisticamente (Thea è una splendida cantante). Sembra banale, ma da certi incontri emerge immediatamente che quella è una persona che resterà, che farà parte della tua vita, con cui ti scambierai delle cose. Gli incontri non sono mai casuali.

La chiamo Signora sul volo per Madrid perché non ricordo il suo nome; ma deve avermelo scritto su un biglietto con il suo numero di telefono.

Quella sera volo da Lisbona a Madrid, sempre per delle audizioni di danza. Il volo ha circa due ore di ritardo e non ho organizzato gli spostamenti per arrivare in ostello, convinta di poter chiedere al personale dell’aeroporto. Purtroppo, all’arrivo, essendo mezzanotte circa, tutti gli sportelli sono chiusi, non conosco Madrid e le linee metropolitane sono tante e non so quali prendere. Ma sul volo, accanto a me, era seduta questa Signora che, per prima, mi ha rivolto la parola e mi ha raccontato, se non ricordo male, di essere di Lisbona, ma di lavorare a Madrid. Le do il nome del mio ostello e mi accompagna in metropolitana, le nostre direzioni coincidono. All’uscita ferma un taxi, spiega all’autista la mia destinazione e mi lascia un biglietto con il suo numero di telefono, dicendomi di chiamarla per qualunque cosa.
Anche a Madrid ho incontrato il mio Angelo e ne incontro continuamente. A volte sono persone che restano, altre volte sono di passaggio, ma tutte indispensabili e uniche. Grazie a queste persone impari ad essere grato e ad avere fiducia.

Cosa fa la società per te? 

Per ora ha seguito con buon interesse la mia danza e spero compri il mio primo libro.

Ciò che amo fare è intrinsecamente legato a chi sono e nasce con me; tuttavia completa il suo senso nel momento in cui viene fruito da qualcuno; la società è la condicio sine qua non per la piena realizzazione della mia arte, se così si può dire…

Cosa fai tu per la società? 

Qualche volta, sentendomi un po’ “egoista” per il fatto di essere partita e aver seguito la mia passione, ho pensato che ciò che non posso dare alla mia famiglia, lo do alle persone che incontro ogni giorno, condividendo con loro una parte, anche se a volte piccola, del mio percorso, dell’esperienza che ho acquisito, dei contatti che ho creato. Ho sperimentato quanto sia arricchente aiutare gli altri, mettendo a disposizione ciò che si ha in quel momento (metà del proprio letto, una lista di contatti, parte del proprio lavoro, tanto entusiasmo).

Una esperienza bella che ti è capitata di recente 

Questa intervista! È davvero così. Dopo il diploma, sebbene iscritta all’Università, ho sempre viaggiato, prima in Italia e poi all’estero, per studiare danza e cercare lavoro. Sono stati anni duri, in cui la mia scelta e la mia determinazione sono state messe alla prova più e più volte.

A distanza di dieci anni, quando hai imparato tanto e finalmente cominci ad affidarti, ricevere una mail in cui ti si chiede di condividere la tua esperienza ti riempie di una gioia infinita. Inoltre coincide con le intenzioni del mio libro: raccontare una parte del mio viaggio e motivare le persone affinché abbiano fiducia e credano di potersi realizzare in ciò che amano.

Una passione culinaria 

Preparare una ricca colazione, soprattutto per gli amici, dopo una lunga nottata fuori e aver dormito tutti insieme.

Per me il mattino è un momento molto importante, dà il “via” alla giornata, così cerco sempre di prendermi un po’ di tempo per me. Appena sveglia, prendo carta e penna, che tengo appositamente vicino al letto, e scrivo tre pagine di flusso di coscienza, un vero brain-washing. Ho cominciato a farlo mentre leggevo il libro di Julia Cameron, “The Artist’s way” e da allora non ho più smesso. E poi…la colazione! Frutta fresca e soprattutto qualcosa che abbia davvero voglia di mangiare. Se poi ho passato la serata con gli amici e si è rimasti a dormire tutti insieme, allora preparare una ricca colazione è davvero una gioia. È proprio vero che la felicità ha senso quando viene condivisa!

 

La tua bevanda preferita

Sono noiosa, lo so: i succhi di frutta fresca. Ne bevo di continuo e ad Amsterdam se ne trovano di buonissimi! Quando sono brava e ho il necessario, li preparo a casa.

Vorresti tornare a vivere stabilmente in Italia? Se sì, a Mantova o dove?

Non credo, per il momento, di voler tornare a vivere stabilmente in Italia, anche se mi piacerebbe fare qualcosa di più nel mio Paese: collaborazioni con artisti, spettacoli, insegnare. A Mantova c’è la mia famiglia, ma forse riproverei a vivere a Roma, dove ho trascorso uno dei periodi più felici della mia vita.

 

 

La musica o un libro che ti accompagna(no)

La musica…tutta! Ascolto generi molto diversi, a volte mi fisso su qualcosa per un po’, ma non c’è una costante, se non la sua presenza. Ho un debole per il pianoforte e gli archi.

Anche per i libri è così. Ho scoperto il piacere della lettura abbastanza tardi, finita l’Università, e da allora mi trovo sempre tra le mani il libro giusto, quello che ha qualcosa da dirmi e da darmi in quel momento.

Un talento che hai e uno che ti manca. 

Credo di essere brava a motivare le persone, a dare loro coraggio, forza, sicurezza in sé. Vedo la “Luce” in tutti, ma è normale, tutti ce l’hanno.

Soprattutto in passato, non sono sempre stata in grado di mostrare le mie capacità e per il mio lavoro può essere limitante, a volte; ci sono situazioni in cui “devi” far vedere ciò che vali, ma purtroppo non fa per me: riesco ad esprimermi quando sento che l’ambiente mi permette di essere me stessa. Sono impacciata nei giochi di squadra, in realtà è paura della brutta figura, e ho un rapporto di amore-odio con la tecnologia. Ne ho citati tre, lo so, ma ho la tendenza a dilungarmi.

Cosa hai imparato dalla vita? 

Dalla Vita ho imparato ad avere fiducia, a non mollare, a credere, perché è così, che c’è sempre una soluzione, un evento inaspettato, un dettaglio di cui non ci si ricorda, che all’ultimo capovolge la situazione e la risolve. Ho imparato che dietro ad ogni esperienza c’è un perché, un senso, anche quando non si riesce a capire quale sia.

La vita mi ha insegnato che per realizzarsi è necessario ascoltare quella vocina che da dentro non smette di sussurrare e di guidarci nelle scelte piccole e grandi.

3 risposte a “Elena, ballerina e scrittrice”

  1. marcella

    Conosco Elena da quando era adolescente, conosco l’artista, che da subito riconobbi solo guardandola negli occhi.
    La sua voglia di lavorare, di migliorare la tecnica, mettendola a disposizione della sua anima, mi ha sempre affascinato, creare coreografie per lei, è stato uno scambio di momenti speciali, unici che vivo ogni volta quando incontro anime speciali………..
    Buona vita Elena!!!!!!!!!!!!

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  2. paola

    una lacrima colma di fiducia e condivisione ha solcato gli occhi quando cuore e mente si son sentiti parte di tutto cio’… ognuno incontra Angeli sul proprio cammino e sicuramente tu sei stata uno dei miei.
    Percio’
    Grazie
    Ti voglio bene…buon viaggio!

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  3. franceso maltraversi

    a dir poco intervista molto vivace che prende in quanto ha intrinsecamente un messaggio: dare più vita agli anni piuttosto che chiedere più anni alla vita. Non concordo sulla risposta alla domanda “cosa fai tu per la società?”
    personalmente, e lo posso dire come genitore, la famiglia va fiera quando vede un figlio-a che ce la mette tutta per raggiungere i suoi obiettivi anche se penalizzata dall’allontanamento e ne ho la prova conoscendo i genitori di Elena. inoltre anche con gli altri rapporti si lascia sempre qualche cosa cosi come da intervista Elena ha incontrato persone che hanno rafforzato o meglio focalizzato i suoi obiettivi o il percorso per raggiungerli, anche Elena (forse senza rendersene conto) ha lasciato qualche cosa quale per esempio la determinazione e la forza di volontà per raggiungere un determinato obiettivo. la mia nipotina 14enne che ha avuto occasione di conoscere Elena me ne ha parlato più volte.
    complimenti : intervista che ha coinvolto anche la nipotina.-
    un caro saluto e spero di incontrare Elena di nuovo
    francesco

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