Stanchi impiegati, ragazze pallide, spazzini, uomini d’affari
ragazzi, preti e prostitute, ubriaconi, studenti, ladri,
tutti abbandonano la piacevole luce del sole esterna:
si mescolano in questa soffocante, rumorosa penna su ruote.
Le porte sferragliano, ci muoviamo, ondeggiamo e poi
tuoniamo nell’oscurità. Il lungo treno tesse
la sua strada oscura. Finalmente sopra le grondaie
vediamo per poco la luce divina, e poi di nuovo notte.
Scagliato nell’oscurità – giorno a Manhattan Street,
tutto il resto notte. Questa è la mia vita, sembra.
I miei piedi riluttanti camminano lungo strade prive di sole.
La luce appare in barlumi transitori.
Eppure l’oscurità rende la luce più dolce,
per me luce perfetta nei miei sogni.
Joyce Kilmer (USA, 1886-1918), Independent, v. 69, 1 Settembre, 1910, p. 467.