Neukolln, 2014

Camminare nelle strade di Berlino, respirare la stessa aria, ascoltare le stesse note, mangiare nel cortile comune con Mara per il suo compleanno, il tamburo Hung rilascia le frequenze che connettono nuovi amici.

Il sole guarda su di noi quando corriamo in bici per le strade.

Mentre siamo in coda per la mostra di Ai Weiwei, una voce si dipana dal megafono ‘Il Modernismo è la creazione originale di esseri umani illuminati, è l’osservazione definitiva del significato dell’esistenza e della miseria della realtà’, e l’Angelo che veglia sopra Berlino vola alto.

Incontrare Steve e Miquette è il nostro rituale, la nostra colazione alle 15.30 allo SO23, nuotare nelle acque calde del locale Stadtbat, ritornare a Neukolln per un te’ e per una pausa abbracci alla nostra base Miracolo 40.

La meraviglia della comunicazione elementare tra individui.

La dolce semplicità di cadere addormentati gli uni vicini agli altri sul divano, mentre ordiniamo un take-away e discutiamo pigri di fisica quantistica…colonne sonore di sottofondo così varie, da Wagner agli Einsturzende Neubauten.

Andare nel peggior bar di Pankow a bere una limonata e qualcuno mi chiede del libro che porto tra le mani: ‘Viene dalla mostra di Ai Weiwei’, rispondo.

La TV forse è eco di una guerra passata?

In qualche luogo del mondo un’altra bomba è esplosa, altri bambini sono stati uccisi in una scuola siriana mentre noi passeggiamo nelle strade di Berlino con Simona, Lello, Claudio, Eugene, Wolfgang, Roberto ed il mitico Johnny.

I nostri cuori battono, i nostri polmoni respirano, le nostre anime vigilano su di noi.

Kiev continua a bruciare mentre meditiamo di fronte agli scatti di Goldin e Tillmans. 

Arriva la notte e ci porta a cenare all’amato ristorante di Giorgio, alchimia amichevole.

Noi, ancora Berlino. Noi, ancora amici.

Noi, ancora su questo pianeta e nell’universo

Noi ancora…

Neukolln 2014

Giovanni Calemma (Londra)



Slow Words desidera dedicare questo breve racconto inedito (tradotto dall’inglese) alla nostra cara amica Simona, andata via troppo presto.


L’immagine di copertina è una fotografia di Giovanni che è stata scattata nello stesso periodo del suo racconto. 

Giovanni Calemma è un fotografo che vive a Londra (ed un dj che amiamo molto). 

Come fotografo, la sua ultima mostra è stata a Roma per A-head Project (arte, musica e psichiatria).

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