Teresita, Venezia

La tua storia in dieci righe

 

Ho sempre cercato di spostare la linea del mio orizzonte un po’ più in là, dentro e fuori di me. La passione per l’arte, gli oggetti di architettura e design sono sempre stati solo il pretesto per scavare dentro alla storia dell’umanità, degli uomini e delle donne. A 19 anni ho lasciato gli affetti familiari rassicuranti e un piccolo paese del nordest, per percorrere le strade del mondo, fino ad approdare a Venezia, sempre cercando di esplorare nuovi territori, al fine di emancipare il mio procedere intellettuale, professionale.

 

 

Tu, lettrice: quali modi, quali luoghi e quali bisogni?

 

Leggo per consolarmi, per imparare, per commuovermi, per migliorarmi, per interrogarmi, per piacere. Dove? In ogni dove.

 

 

Hai recentemente investito molto tempo in una ricerca multidisciplinare sulla Turchia e il risultato è un ‘ritratto’ di città in forma di saggio che unisce anche una notevole selezione di luoghi, istituzioni e persone. La pubblicazione ha anche il merito di trasformare una ricerca accademia – complessa e multiforme – in modo da essere utile a chiunque anche senza specifiche conoscenze. Come ci sei riuscita? Quale parte del libro ami di più?

 

Questa pubblicazione nasce da una splendida affinità elettiva nata e coltivata, in seno al mio dottorato di ricerca, con Moira Valeri. L’avventura di ricerca accademica è stata l’occasione e il tentativo di colmare un vuoto editoriale, che fosse in grado di raccontare le trasformazioni, le frizioni e le dinamiche che hanno e stanno attraversando la città. Questa guida è parte della collana ‘Ritratti di Città’, a cura di Albero Ferlenga e Cristiano Guarneri, e nasce da una serie di convegni omonimi tenutasi alla Scuola di Dottorato dello Iuav.

Credo che la parte più originale della guida sia la sezione dedicata a ‘Punti di vista’, in particolare al saggio fotografico di Gabriele Basilico.

 

 

Sei anche una scrittrice di narrativa?

 

Non proprio. Piuttosto scrivo note poetiche e biografiche, che mimetizzo perfettamente, a margine di testi scientifici. Scrivo le storie delle emozioni che mi attraversano, scrivo a me stessa e a chi amo. Sono una grafomane calligrafa sgrammaticata.

 

 

E’ difficile, e quanto, iniziare e continuare con un’attività così intensa di ricercatrice nella tua città e nella tua istituzione?

 

Svolgo prevalentemente attività da conservatrice/curatrice e faccio parte di un’unità di ricerca dedicata ad Istanbul.

Ho avuto e ho il privilegio di studiare e lavorare in una delle università più interessanti d’Italia per le discipline del progetto.

Oggi però sta attraversando una fase di ridefinizione e mi chiedo anch’io come posso contribuire ad aiutarla a migliorarsi ed evolversi.

 

 

Che incontri fai quando lavori?

 

La mia routine varia molto in relazione ai progetti in corso, siano essi espositivi, in collaborazione con la didattica o di ricerca.

Adoro lavorare con gli studenti e con alcuni giovani colleghi ricercatori.

 

 

Il traguardo più bello nella tua vita professionale fino ad adesso?

 

Il progetto editoriale ‘Istanbul’ è stato sicuramente il traguardo professionale più importante che abbia conseguito, soprattutto per il fatto d’essere stato condiviso con Moira e grazie alla generosità e fiducia di Alberto Ferlenga.

Quest’avventura ci ha fatto salire sulle montagne russe, tante e tali sono state le sfide che abbiamo affrontato insieme. Insieme però, io e Moira Valeri, non solo abbiamo messo insieme questa nostra piccola amatissima guida, ma ne è nata una sorellanza intellettuale, umana ed amicale che auguro a chiunque. Fidarsi di una collega, stimarla, sentirne il sostegno, condividere idee e migliorarci reciprocamente è stato parte della costruzione di questo entusiasmante progetto.

 

 

Una cosa bella capitata di recente, a livello personale?

 

Il sogno segreto che ho conservato nel cuore si è recentemente realizzato. Credo che senza amore le nostre vite siano senza speranza e oggi mi sento privilegiata nell’avere al mio fianco un uomo straordinario, che amo, mi ama e ha completamente riempito il mio cuore chiedendomi di sposarlo.

 

 

Cosa ti dona la tua città e cosa doni tu a lei?

 

Venezia mi dona pace, bellezza e il giusto ritmo per vivere.

Dall’altra parte l’ho scelta, come nido e base, con l’obiettivo di preservarne la sua anima di città crocevia di culture anche se sta quotidianamente perdendo i suoi cittadini.

 

 

La tua passione culinaria preferita?

 

Lasagne vegetariane e panna cotta con i frutti di bosco.

 

 

Il tuo drink preferito?

 

Una spremuta fresca appena sveglia: zenzero, carola, arancia e mela.

 

 

La musica ed il libro con te in questo momento – e dove sono poggiati?

 

Parlando di musica, sono dipendente dei The National e dei The Cinematic Orchestra.

Le parole che sto leggendo e rileggendo al momento sono: L’arte di scomparire. L’arte di vivere con discrezione di Pierre Zaoui e le poesie di Mario Luzi.

 

 

Come riesci a vivere lentamente nella tua città, se ci riesci?

 

Camminando e uscendo solo con le persone care. E poi amo attraversare il ponte della Liberta con la mia bicicletta ‘Libera’.

 

 

Un talento che hai, uno che ti manca?

 

Ho il talento di connettere persone, cose e idee, ma mi manca la capacità di darmi il giusto valore e di riconoscere chi ne abusa.

 

 

Cosa hai imparato sin qui dalla vita?

 

Fidarmi della vita, la quale è enormemente più estesa dei miei più avventurosi sogni. E come direbbe mio fratello “a non porre limiti all’abbondanza dell’universo”.

 

 

 

Se siete interessati ad incontrare Teresita, presenterà la sua nuova pubblicazione Istanbul, Ritratti di Città (Lettera Ventidue Editrice, ISBN 9788862421478) tra l’Italia e la Turchia:

  • il primo Aprile 2016, 18.30, al museo MAXXI  (Roma);
  • il 4 Aprile, 18, allo IUAV, Venezia (Biblioteca dei Tolentini);
  • l’11 Aprile, 18.00, all’Istituto Italiano di Cultura (Istanbul);
  • il 12 Aprile, 13.00, alla Izmir School of Economics (Istanbul)

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