L’ultima notte dell’anno

 

A quest’ora di sera i muri della scuola sembrano più solidi e disegnano a carboncino corridoi e aule, mentre le finestre opache lasciano filtrare la penombra in luce artificiale di Genova che vive là fuori. Da una di queste finestre, che si apre dopo una breve e inutile resistenza, entra una giovane donna. Ha con sé un bambino di circa due anni e un grosso borsone. La sua mano destra è fasciata da un fazzoletto macchiato di sangue rappreso e sporcizia. La giovane donna si muove con sicurezza nell’oscurità dei corridoi, sistema le sue cose e il bambino in un’aula, poi s’infila nell’infermeria per pulire e medicare la ferita, mentre ignora deliberatamente il suo cellulare che continua a vibrare. Anche se lei crede che la scuola sia vuota non è così: dall’altra parte dell’edificio, Antonio, l’anziano custode, sta cercando di attivare l’allarme che solo poco prima ha disattivato, visto che si era messo a suonare senza motivo. I suoi tentativi per fargli accettare il codice sono vani, così in attesa che gli venga un’idea, si rassegna a trascorrere quell’ultima sera dell’anno sul divanetto, davanti alla tv nell’ufficio del preside, sorseggiando un whisky mediocre, trovato tra i cesti natalizi accatastati sulla scrivania. È dopo un paio di bicchieri che vede passare nel corridoio un bambino che caracolla incerto e piange. Per assicurarsi che ciò che ha visto sia reale e non frutto dell’alcol, Antonio si alza, non senza fatica, lo segue e dopo averlo raggiunto lo prende in braccio con il gesto goffo di chi tiene un gatto distante per paura di essere graffiato. In quella posa lo sorprende la giovane donna che è accorsa al pianto del bambino. Antonio le restituisce il piccolo e le ordina di andarsene perché lì dentro non può restare. Lei gli chiede di ospitarli solo per una notte: il piccolo ha la febbre e non sanno dove andare. L’uomo si accinge a portare fuori il bimbo in lacrime sicuro che anche lei lo seguirà ma la ragazza rimane in mezzo al corridoio a fissarlo. A questo punto il custode si ferma: l’ha riconosciuta.

 

 

Estratto del soggetto de L’ultima notte dell’anno primo lungometraggio di Angelo Cretella, che lo firma insieme a Giusi Marchetta, Marco Racca (produttore Alfonso Santoro).

 

Leggi l’intervista ad Angelo Cretella qui

 

Immagine di copertina: Theaster Gates, A Portion of the Team Lives in Heaven, 2016

Foto: Delfino Sisto Legnani Studio – Courtesy Fondazione Prada: la mostra è aperta nella sede di Milano fino al 25 settembre 2016

3 risposte a “L’ultima notte dell’anno”

  1. Carla fantozzi

    Mi sembra un soggetto interessante!

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  2. admin

    grazie Carla. Se posso, cosa le piace? L’idea della possibile familiarità del custode con gli ‘intrusi’? Oppure la surreale ambientazione temporale? Di solito legge sceneggiature oppure è un genere del tutto nuovo per lei? Noi qui amiamo leggerle ma è la prima volta che le pubblichiamo. Continui a seguirci!

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