I ponti

Cieli grigi di cristallo. Un disegno bizzarro di ponti, alcuni dritti, altri bombati, certi discendenti oppure obliqui ad angolo sui primi, e queste figure si rinnovano negli altri circuiti illuminati del canale, ma tutti così lunghi e leggeri che le rive, cariche di cupole, si abbassano diminuendo.

Alcuni di questi ponti sono ancora coperti di catapecchie. Altri reggono alberi maestri, insegne, fragili parapetti. Accordi minori s’intersecano e fuggono, corde risalgono le rive.
Si distingue una giubba rossa, forse altre uniformi, strumenti musicali. Sono arie popolari, brani di concerti aristocratici, resti di inni pubblici?

L’acqua è grigia e blu, larga come un braccio di mare. – Un raggio bianco, cadendo dall’alto del cielo, annienta questa commedia.


 
Arthur Rimbaud (Francia, 1854-1891), ascoltata alla Casa delle Parole


In copertina: un progetto luminoso di Takt Studio alla #mdw2019 (ph. Diana Marrone)

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