Alex, gondoliera

Alex, la prima gondoliera di Venezia

Accanto al Teatro La Fenice, in una galleria specializzata in fotografia, incontro la prima gondoliera della città di Venezia sotto forma di un film sincopato, accompagnato da una grande immagine della luna piena e da una serie di fotografie a colori di formato panorama – al centro della grande sala una scultura che traduce il ferro di prua (in veneziano, il dolfin) della gondola mentre si rispecchia nella laguna di notte.

 

E’ una professione esclusivamente maschile e protezionista, quella del pilota di gondola: Alex Hai ha tentato di sfidarla, di passarle sopra e rompere il monopolio.

Alex è una apolide senza radici, non ha scelto Venezia se non per un caso, nella vita precedente era una regista e viveva in California.

La Gondoliera, la mostra, è una collezione di frame di cui Alex è soggetto ed insieme deus machina a metà, dato che a fotografarla è una giovanissima artista italiana, Claudia Rossini aka Yamada Hanako.

Hai è la donna mascolina che si vede di spalle, seminuda davanti ai tetti della città di notte, o sott’acqua a malapena affiorare ed ancora stesa sulla sua gondola: tutte piccole parti di vita immolate, incise ed in un senso concluse, protette dal dolore della sconfitta. Quella che incontro in carne ed ossa, invece, non è evanescente: è una donna con il peso delle sue scelte e della sua lotta, burbera e dolce al tempo stesso, con una zazzera di capelli corti ed il vestito del mestiere sempre indosso come un vessillo.
Alex lavora come gondoliere de casada, rispettando e rinnovando la più antica tradizione gondoliera, ma non possiede una licenza pubblica e non è protetta dalle regole della professione. Potete trovarla a pochi passi della galleria e del Teatro La Fenice, è lì che ha l’ormeggio della sua gondola.
Entrambe, Yamada ed Alex, lavorano sul take perché la serie di foto orizzontali della vita della gondoliera e dei luoghi che ella attraversa in una notte di luna piena, sono un prequel di un film (alla luce della sola luna piena). Una collezione di vite, di vita. Nessuno può capire il potere della luna piena, magari in una notte stellata (algida d’inverno od umida d’estate) sulle strettissime vie d’acqua veneziane e sui passanti che scivolano via silenziosi nelle loro piccole barche. Io lo so, ogni volta che c’è prendo la mia barca, non posso resistere.

La mostra ha chiuso, alla Jarach Gallery, il 29 marzo scorso. Resteranno un catalogo in edizione limitata e dei piccoli tascabili: un cofanetto di cartoline/foto. Ed il sogno di fare un film presto.
Intanto incominciamo da quando Alex ha incrociato Venezia ed il suo prossimo destino.

In un piccolo negozio di San Francisco, dove viveva, vede in vetrina dei gemelli kitsch anni ’60 a forma di gondola, il proprietario le dice: questi non li vendo. Alla fine li riceverà in regalo ed è stato il suo primo approccio a Venezia e alla gondola di cui non sapeva nulla. Penserà per sempre a questa storia come un segno. In seguito arriva a Venezia, impara a vogare senza frequentare una remiera, direttamente allo stazionamento (all’epoca era in Santa Maria del Giglio).

E’ tuttora fuori dell’associazione perché bocciata all’esame di ammissione otto volte – l’ultima volta nel 2010, dopo ha smesso di farlo perché la feriva sempre di più il fatto di avere sempre lo stesso punteggio di quando aveva iniziato. E comunque continuava a farlo, imperterrita, solo per dimostrare al mondo che c’è qualcosa di sbagliato!

 


Costa tanto mantenere, riparare e restaurare una gondola?

Sì e sta diventando un vero problema adesso, direi il principale. La mia gondola è troppo vecchia per continuare ad usarla ma al contempo non me ne posso permettere una nuova. Sto cercando una soluzione, da trovare entro l’anno.

 


La tua biografia in poche righe

Mi chiedi di trovare poche righe adesso o magari mi chiedi tu, passo a passo qualcosa?

 


Non importa, è la tua storia, procedi come ti piace di più…

Non c’è niente che odio di più delle biografie, che ne dici di spostare questa domanda all’ultimo? Non sono quel genere di persone provvista di famiglia oppure nata nel posto da cui viene, insomma sono cose complesse e mi spaventa molto pensarci, anche perché poi gli altri pretendono sempre delle risposte brevi e succinte che io non posso neanche dare. Poi sono davvero allergica al fatto che le persone tentino sempre di impacchettarti a seconda di dove vieni, sai? E’ troppo imbarazzante, è esattamente quello che detesto: da dove vieni, dove sei nata?

 


Ok, apprezzo comunque il tuo punto di vista anche se non risponderai…

Ok, facciamola breve. Mio padre è di Algeri (e tutta la mia famiglia vive lì).

Ho studiato cinema ad Amburgo e poi ho deciso di andare a San Francisco per fare film ma non ha funzionato e quindi sono venuta qui a Venezia. Non l’avevo desiderato o sognato di diventare una gondoliera, è stato solo un destino, qualcosa che non volevo ma di cui ho avuto poi un estremo bisogno, che è molto differente! Sono restata nella più bella prigione al mondo (Venezia) dal 1996 al 2006, dieci anni durante i quali non l’ho mai lasciata neanche una volta .

 


Mi piace la definizione “bellissima prigione”, anche io ho deciso di imprigionarmi, al momento fanno due anni. Conosco la storia e cosa ci succede qui. Quali sono i problemi che incontri nel lavoro di tutti i giorni?

Beh, questo è un mestiere antichissimo e quindi, ne incontri tanti! Le maree, il freddo, le temperature, alle volte anche gli ospiti a bordo e l’atmosfera.

 


Cosa ha fatto la società per te?

Mhhh, difficile dirlo. Intendi ora oppure in passato?

 


Combina le situazioni in un continuum e tenta di darmi una risposta. Visto che vieni da un altro posto, da un’altra storia prima di approdare qui…

Di sicuro hanno fatto molto per me i giornalisti, raccontando incessantemente la mia storia (mi mostra una grande bacheca in galleria con articoli da tutto il mondo sulla sua battaglia nell’essere ammessa nei gondolieri). Per me loro sono un esempio di ‘società’. E il genere umano tutto fa tanto per me, a cominciare dai miei clienti che mi danno molto di più di quello che io do a loro, perché mi ricordano tutti i momenti che vivo nella più bella città al mondo.

 


E i veneziani?

Ce ne sono di eccezionali che mi hanno aiutato molto in passato (vedi, non puoi fare quello che ho fatto io da sola). E ho avuto anche tanto supporto dai miei nemici perché da loro ho imparato tantissimo, molto più da loro che dagli amici. E poi, ho imparato molto dai miei insegnanti.

 


Cosa hai dato tu alla società, considerando che potremmo azzardare una definizione omnicomprensiva per la categoria (persone, istituzioni, amici, nemici, quel che vuoi)?

Il mio dono più grande credo sia dare sogni, esperienze uniche. Tuttavia non sempre mi riesce perché è un lavoro assai duro. La mia interpretazione della professione di gondoliera è capire cosa desiderano i miei clienti. Cerco di dar loro quindi il sogno giusto nell’ora o due che trascorriamo insieme.

 


Mi racconti un momento, recente o meno, della tua vita che ricordi con piacere, in cui sei stata felice?

Di sicuro l’inaugurazione di questa mostra, che è la collezione intera della mia vita dal 1996 a oggi: sono stata capace di ficcarla tutta in un catalogo, è come una terapia ed ora mi sento liberata. C’è un detto irlandese che spiega bene, credo sia più o meno così: è tutto qui, è andato.

 


Chi incontri tutto il giorno, quando lavori?

Il mondo intero, ogni genere di esseri umani che vengono da ogni parte del pianeta: arabi, asiatici, europei, australiani. Non c’è limite.

 


Il tuo piatto preferito? Cosa ti piace bere? Ti piace cucinare?

Sono più una che mangia. Poi qui ci sono un sacco di ottimi ristoranti. Tuttavia, le mie passioni culinarie più segrete sono la cucina francese e quella californiana. Un misto di nouvelle cuisinetipo bistecche e salse complicate .

Qui in Italia tutti sono ottimi cuochi a casa, imbattibili! A Venezia poi, basta varcare la soglia di qualsiasi casa – non importa se di miliardari o di poveri – e mangerai sempre come un re. Perché la cucina si aiuta con ottimi ingredienti. In ogni caso la mia cucina è di casa in Francia. I drink: adoro il prosecco di Nino Franco, oppure il Veuve Cliquot. Mi piace ogni genere di vino rosso, dagli italiani ai francesi, passando anche per qualche californiano.

 


Un talento che hai e uno che ti manca

Mi piacerebbe avere una laurea in scienze diplomatiche ma non ce l’ho e non lo sono affatto, pecco per essere troppo diretta. Mi sarebbe piaciuto fare film, per il resto, sono in grado di prendere la vita come viene, facilmente. Andiamo avanti!

 

Ora che avete letto l’intervista, è il momento di sorprendervi con la vera biografia di Alex Hai. Centinaia di articoli sono stati scritti su di lei ed è anche diventata parte di film e documentari altrui. Nasce ad Amburgo nel 1967: bambina prodigio, scrive diverse sceneggiature teatrali già a dieci anni. A 22 anni realizza il suo primo cortometraggio, incentrato sugli abusi sessuali domestici, facendo molto scalpore nella Germania dell’epoca. Il film le permette di accedere eccezionalmente al corso di Arti della Comunicazione dell’Università di Amburgo – nonostante Alex non avesse ancora completato la scuola superiore. Nel 1992 si trasferisce a San Francisco e lavora per registi di spicco come Francis Ford Coppola, Peter Kaufmann, Monica Treut.

Nel 1996 arriva Venezia per fare un film, ma rimane sedotta dall’affascinante mondo del gondoliere ed inizia il mestiere portando la professione di gondoliere nel 21.mo secolo.

 

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