Bella Dentro, Milano

Due manager classe 1988 si conoscono sui banchi di scuola – lui diventa un manager in finanza, viaggia in lungo e largo in Europa; lei si specializza in editoria e si occupa di progetti di design restando a Milano.

Diventano una coppia nella vita, sin dagli anni della gioventù e prediligono la modalità living apart together. Il pianeta però chiama ed entrambi decidono di lasciare la propria comfort zone (e la scrivania) per fondare una start-up che combatte lo spreco alimentare ingegnando una rete di vendita e trasformazione alimentare alternativa, creando così economia circolare e molto altro ancora.

Oggi vi raccontiamo di Camilla e Luca e di Bella Dentro e del perché hanno deciso di dedicarsi anima e corpo alla frutta bacata e a come ridurre lo scarto alla fonte.


Della vostra biografia e di Bella Dentro abbiamo già accennato ma ovviamente invitiamo i nostri lettori a leggere anche la storia più estesa sul vostro sito, ironica e intelligente. 

Cosa significa gestire la vostra startup su base quotidiana? Ci portate per mano in una vostra giornata tipo?

La nostra giornata è scandita delle chiamate e dai messaggi degli agricoltori che ci contattano perché hanno un raccolto da “salvare”: chi ha preso la grandine, chi ha avuto un calo degli ordini dal supermercato e ora ha un campo di broccoli prossimo alla fioritura, chi invece ha appena raccolto un ettaro di arance troppo piccole a causa della siccità. 

A queste seguono i nostri calcoli su quanto possiamo acquistare/salvare senza incappare nel rischio di sprecare a nostra volta (rischio all’ordine del giorno quando si ha a che fare con prodotti freschi e deperibili), sulla base di questi decidiamo quanto destinare al laboratorio di trasformazione per la produzione di confetture succhi ed essiccati e quanto alla vendita diretta al pubblico o ad aziende e ristoranti. Una volta fatti i conti e presa una decisione parte la macchina logistica per far arrivare i prodotti dalla Sicilia/Trentino o altrove fino al nostro magazzino di Milano. Appena i nostri adorati fenomeni da circo arrivano in città, è il momento di incontrarli di persona, fotografarli e presentarli ufficialmente al pubblico raccontando chi sono, da dove vengono, di cosa sanno e perché sono stati snobbati da qualcun altro. 


Paese che vai filosofia che trovi: le ‘filosofie di vita dello scarto’ possono divergere molto (non solo per mano di legge ma anche per sensibilità, mercati e culture diverse) quindi immaginiamo che Bella Dentro sic et simpliciter non si possa trasferire anche altrove. Sbagliato? Una parte di verità è presente? Possibile che il problema del consumo abnorme del pianeta non venga affrontato a livello mondiale? 

La radice del problema che affronta Bella Dentro, ovvero il paradigma  “BELLO = BUONO” è radicato in ogni angolo del globo, possono cambiare i canoni della bellezza in base ai mercati e alle culture, ma il consumatore globale oggi è comunque convinto che qualcosa di più bello o più “normale/standard” sia preferibile rispetto a qualcosa che non lo è, a prescindere dal sapore e dalle qualità organolettiche del prodotto in questione. Detto questo, ciò che rende difficile l’applicabilità del nostro progetto o di qualsiasi altro sulla stessa linea d’onda è la diversità strutturale e la specificità logistica della filiera (soprattutto ortofrutticola) a livello non solo globale ma anche nazionale e regionale.


A che punto è l’utilizzo delle tecnologie per il controllo della gestione dei flussi dello scarto senza dover prevedere il contatto diretto con i produttori? Esiste qualche faro nella nebbia di best practices che avete incontrato nel vostro lungo cammino fino ad aprire Bella Dentro?

Manca completamente un sistema di controllo e monitoraggio concreto di quanto viene sprecato nella prima fase della filiera e dunque direttamente in campo; i dati a disposizione sono tutti approssimati in base al censimento delle superfici agricole, ad un’ipotesi di rendimento produttivo medio e alla quantità di prodotto che arriva sui mercati ortofrutticoli centrali.

Solo durante i mesi di ricerca in prima persona sul campo in Romagna Veneto e Lombardia abbiamo potuto raccogliere un dato concreto seppur parziale su quanto venisse effettivamente sprecato già nei campi per futili motivi.

Un sistema di monitoraggio puntuale sarebbe molto complesso, costoso e non remunerativo per chi dovesse decidere di realizzarlo.

Per quanto riguarda le best practices, ci sono molte realtà e organizzazioni virtuose in Italia che si occupano di sprechi alimentari, ma nella quasi totalità dei casi, se ne occupano da un punto di vista della redistribuzione delle eccedenze e non dell’effettiva riduzione dello spreco alla fonte. 

Ciò che ci differenzia a nostro avviso è proprio questo, oltre al fatto di avere un approccio economicamente sostenibile che ci permetta di costruire un progetto e un’impresa capace di crescere ed espandersi nel tempo, aumentando sempre di più il proprio impatto e raggio d’azione.


Un talento che avete, uno che vi manca

La capacità di trovare il lato comico di ogni cosa, sia questa un frutto una persona o una situazione. È un “talento” che ci ha aiutato e ci aiuta tantissimo sia nella vita che nel lavoro.

Il talento o meglio, la dote che ci manca è sicuramente la pazienza. 

Abbiamo voglia di crescere e costruire sempre di più, il più in fretta possibile. Facciamo molta fatica a pensare di dover attendere per poter realizzare tutti i progetti che frullano nella nostra testa.


Il libro e la musica con voi in questo momento

Libro: L’impero delle Cose di Frank Trentmann (ci rimarrà a lungo con noi perché è un saggio di quasi mille pagine!)

Musica: La colonna sonora di “The Broken Circle Breakdown” un film indigesto, che non rivedremmo mai, ma che ci ha regalato uno dei nostri dischi preferiti degli ultimi anni.


Cibo e bevanda preferiti

Per Luca tagliatelle al ragù e Birra, per Camilla qualsiasi genere di formaggio e vino rosso. 

Nonostante questo, vista la nostra quotidianità non facciamo altro che mangiare tonnellate di frutta bacata e verdura deforme (sempre accompagnata da vino e birra, sia chiaro!).


Dove vi vedete tra dieci anni?

Seduti a tavola con i nostri figli, con i cani sdraiati sotto le nostre sedie a decidere di quali nuovi tipi di spreco e di filiere si occuperà Bella Dentro nel decennio successivo.


Non vi chiediamo cosa avete imparato sin qui perché ci pare ovvio che avete imparato un sacco di cose (e tante con il preciso scopo di trasmetterle agli altri). Vi chiediamo quanto questo compito vi stia risultando facile.

Impararle non è stato facile ma è stato sicuramente appagante. Non sono cose che si possono leggere sui libri o trovare online, bisogna lasciare la scrivania, uscire da Milano e andare nei campi.

I pilastri fondamentali di Bella Dentro sono due: dare il giusto valore a frutta e verdura ingiustamente scartata e dare il giusto valore al lavoro di chi la produce. E per capire appieno il valore di entrambe queste cose dovevamo vederle, ascoltarle, provarle, assaggiarle.


Per essere aggiornati sulle attività di Bella Dentro: http://www.belladentro.org

L’Italia combatte lo spreco alimentare con una giornata dedicata (Spreco Zero) che quest’anno cade il 5 febbraio

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