Catherine, Sydney

La tua storia con due specifici accenni: la tua infanzia e la tua età attuale

Mia madre è svizzera, mio padre australiano, e io ci dividiamo geograficamente ed emozionalmente tra due paesi meravigliosi: uno bruciato dal sole, grezzo e selvaggio; l’altro immacolato e perfetto come un paese delle fiabe.

Sono cresciuta sulle scogliere del Pacifico, nuotando ogni mattina con mio padre dopo che avevamo corso tutta la lunghezza della spiaggia e ritorno. Le vacanze di famiglia le passavamo facendo campeggio libero nel bush, e qualche volta a setacciare oro come i primi pionieri australiani. Non avevamo bisogno di regole e leggi per rispettare la bellezza, ed il potere, della natura – questo ti da l’idea della mia età.


Come fai i conti con tutti quei grandi cambiamenti (e sfide) che la tua città ti presenta?

Mi piace vagare, osservare quei cambiamenti e scoprire posti dove non sono mai stata. Familiarizzo con il nuovo e continuo la ricerca di ciò che amo: più giardini segreti e architetture uniche che si affacciano sulle stradine secondarie; le spiagge del porto che emergono e scompaiono con le mare; e incontrare gente, chiedendo loro di come vivono a Sydney.

 

Cosa dai a Sydney?

Offro amore e apprezzamento e lo faccio condividendo la sua bellezza e le sue complessità attraverso la pittura, la poesia ed il racconto; oltre a questo mostro ai visitatori le sue vedute mozzafiato con la speranza che anche loro ameranno Sydney e la tratteranno bene.


La tua idea di vita è molto vicina alla
serendipity – dove camminare e la famiglia degli amici e la tua abilità di prenderti cura fa la differenza. Qual è la ricetta magica?

Non so molto circa il ‘magico’, ma cerco di essere presente per tutto quello che mi accade intorno.

 

La tua relazione con la parola scritta e con quella parlata?

Mi piace la spontaneità di quella parlata – eccetto a volte quando sono molto emotiva e sento di dire cose che potrebbe essere meglio lasciare non dette. La parola scritta mi da più tempo per pensare, ritornare alla mia idea originale od a ciò che provo, e, spero, trovare il modo migliore di esprimerlo.

 

Il traguardo più importante raggiunto al lavoro e quello, invece, dal punto di vista personale?

Quando il lavoro è la mia passione, allora raggiungo il più grande senso di conquista – quindi rispondo con la mia prima personale. Un successo più personale, direi, è stato completare dieci giorni di Vipassana (meditazione, letteralmente introspezione nella reale natura delle cose) – al sesto giorno non pesavo di farcela perché la mia mente era così piena di chiacchiericcio!


Che incontri fai nella tua routine lavorativa?

Il mio lavoro è molto dinamico e affollato; è normale stabilire priorità all’inizio di ogni giornata anche se diventa una sfida quando cambiano, durante.


Una cosa fantastica capitata di recente?

E’ una domanda difficile da rispondere, ci sono così tante piccole cose fantastiche che accadono sempre, quei movimenti sincronici con gli altri esseri umani quando tutto sembra come dovrebbe essere.


La tua passione culinaria?

Mi piace cucinare cose semplici usando una sola pentola. La mia cara amica italiana Mary, di 90 anni, mi ha insegnato questa: tre minuti prima della fine della cottura della pasta aggiungere fagiolini e broccoli; la pasta è al dente e la verdure perfetta; scolare e servire aggiungendo sale, pepe, un po’ d’olio d’oliva e parmigiano grattugiato fresco. Questo pasto è semplice, delizioso e adatto agli dei. Qualche volta mi piace anche intraprendere l’arduo compito di fare un ‘vero’ risotto (incluso il brodo).


Il tuo drink preferito?

L’acqua del rubinetto di Sydney la mattina, un Negroni la sera.

 

La musica ed il libro od i libri con te ora (e dove sono poggiati)?

Dear Life di Alice Munro – il libro è sul mio tavolo di granite lucido. Di recente ho letto il suo romanzo Lives of Girls and Women, è stata dura credere di non aver scoperto il suo lavoro fino ad ora – è una scrittrice fantastica. La verità è che ho una decina di altri libri su questo tavolo, ecco perché devo cucinare piatti semplici; non c’è molto spazio per troppe pietanze.


E il posto in questo mondo dove sei riuscita a vivere lentamente, se è successo?

A Pebbly Beach, South Coast dello stato di New South Wales. Nessun segnale GSM o internet, senza televisione e senza elettricità, solo illuminazione a gas. C’è la sabbia, il surf, la flora e la fauna, meravigliose scarpate di roccia, sentieri nei cespugli, tempo per leggere e cucinare, mangiare e stare fermi.

 

Un talento che hai, uno che ti manca?

Posso dipingere ma mi piacerebbe essere multilingue.


Cosa hai imparato sin qui dalla vita?

E’ importante abbracciare il buono e il cattivo con le stesse braccia aperte.

 

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