Se stiamo scopando, sono messa a nudo fino alle ossa. Nel momento in cui mi baci la pelle cade come una foglia. La differenza tra l’idea di questo e la realtà è che sono un metallo freddo quando mi tocchi adesso. Sono fossile, ghiaccio e pietra. Dovrei sembrare una donna umana e dentro sono solo il lento rumore gocciolante di una stalattite e una stalagmite che cercano di incontrarsi nel mezzo. Sono carta mi sono distrutta con i denti.
Se stiamo scopando, mi guardi come se fossi un dono di cerbiatti. Una scatola di due o tre, rivelata lentamente come un miscuglio di minuscole gambe. La mia superficie è stesa dalle tue mani come lenzuola su un letto. I palmi delle mani sono piatti e viaggiano in archi delicati. Sei caldo come la ceramica sanguisuga che sta drenando calore dai suoi contenuti. E poi picchi come una tempesta d’estate quando i cieli sono tutti crepacci e rovina. Mi stai vedendo come non riesco a vedermi.
Se stiamo scopando ci guardiamo attraverso il nulla. Nessuna distanza. Siamo entrambi in questo posto insieme. Sto fingendo. Stai cercando di non farlo. Le colline rotolano via per sempre sull’autostrada dimenticata e non uscirò mai, ma non voglio mai andarmene. Mi aprirò come un uovo rivelando sé più piccoli e più morbidi intorno a ogni curva della strada sopra ogni rumore di passaggi a livello. Stiamo creando una stanza molto piccola sulla terra per noi.
Emma Barnes (Nuova Zelanda), traduzione a cura di Slow Words
Fonte (inglese): http://www.sweetmammalian.com/#!emma-barnes-2/car5
In copertina: Chris Kabel (hidden vases), Milan Design Week 2016