Flo, cantautrice e attrice

Artista a tutto tondo – tra musica, teatro e scrittura cantautoriale – Flo nasce letteralmente cantando: sin da piccolissima armeggiava cn un microfono giocattolo e cresceva giocando con le melodie. 

Poco prima della laurea in economia, incoraggiata da un amico, fa un casting per un musical e viene presa. La sua vita prende un’altra direzione dove il canto e la scrittura sono la sua costante, al quarto album uscito poche ore fa ci apre il suo mondo poetico che celebra questi tempi difficili concentrato sul valore essenziale dell’umanità e dell’amore tuffati in una world music di gran classe che affonda nelle melodie tonde e sognanti del Mediterraneo. 

31S è un album da ascoltare tutto d’un fiato ma anche da ‘meditare’ in momenti particolari delle nostre esistenze, proprio come un bel libro di versi o di racconti brevi che hanno il potere di sterzare decisamente la qualità delle nostre giornate.

Si conosce (quasi) tutto di te dal punto di vista creativo, io intuisco che hai iniziato molto giovane ma sappiamo meno di dove nasci, che tipo di infanzia hai avuto, come hai maturato la strada che poi percorri adesso?

Ho cominciato, per gioco, molto presto a cantare. 

Intorno poi ai 12 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto spinta da mio papà che amava la musica ma non era uno specialista del settore: aveva solo intuito che avevo un forte interesse e che andava approfondito. Napoli è il mio universo-mondo.

Un dono, direi!

Tanto impegno. Poi arrivano le prime band al ginnasio, come capita a tanti ragazzi. 

Fino ai 20-21 anni sono stata sempre a Napoli. Durante una lezione di statistica all’università, un mio compagno di studi e caro amico (Lorenzo) mi informa delle audizioni di un musical (C’era una volta scugnizzi di Claudio Mattone e Gino Landi). 

Ero ritrosa, lui insisteva e alla fine andai. Senza prenotazione, feci l’audizione per ultima dopo oltre 300 persone, c’era tutta Napoli: sai in quegli anni era molto popolare provare a calcare un palco.

Passò un anno durante il quale mi sono laureata e fatto l’Erasmus ma poi mi chiamarono dalla produzione, comunicandomi che ero stata scelta. Da quel momento ho cominciato a fare l’artista in maniera professionale. Con il mio primo contratto, la mia prima tournée. 

E non mi sono mai fermata…. quasi quasi mi sono trovata a fare una scelta senza neanche averla proprio ‘scelta’!

Hai fatto un lavoro enorme nel teatro: partendo da quello musicale ti sei poi dedicata a tanti altri tipi di generi, lavorando con i principali registi contemporanei tutti molto diversi tra di loro e misurandoti con drammaturgie importanti. 

Ho visto che hai lavorato anche con Sara Sole Notarbartolo (che abbiamo anche intervistato qualche anno fa)!

In teatro è successo qualcosa di straordinario mentre nella musica sarò sincera un po’ me lo aspettavo che sarei riuscita (per via dell’impegno e della determinazione profusi sin dall’infanzia). Sapevo che quello che avrebbe fatto la differenza era il carattere, la mia forza di concentrarmi sulle cose. Poi sono del segno della Vergine, assai razionale!

Nel teatro, direi, è stato un caso. Non ho mai studiato recitazione, al contrario della musica e per me non esiste affrontare un mondo senza lo studio. Invece accadde che il regista Davide Iodice metteva in scena A’ Sciaveca di Mimmo Borrelli e mi scelsero, chiaramente perché avevo un modo di cantare un po’ antico che poteva essere adatto a quello di una ragazza-delfino che risorgeva dalle acque. 

In teatro sono entrata perché cantavo. 

Mi sono poi trovata di nuovo a lavorare con Mimmo Borrelli (oggi lavorare con lui credo sia il desiderio di tutti gli attori italiani), di nuovo anche con Iodice, e con Sara è stato bellissimo perché lei mi ha affidato il vero primo ruolo da protagonista della mia vita. Negli altri spettacoli cantando avevo sempre un faro puntato rispetto agli altri attori che non cantavano ma nella regia di Sara ho impersonato Eleonora de Fonseca Pimental!

Una responsabilità enorme per una napoletana con un personaggio così’ cruciale per la storia democratica del Regno e oltre!

Un personaggio bellissimo! Ricordo ancora che durante la conferenza stampa la regista disse che non voleva proprio un’attrice pura, voleva più un UFO. Sulle prime ho pensato, oh Dio dice questo davanti a tutti….invece poi ho capito: una persona strana che potesse incarnare questa giovane donna che fu rivoluzionaria sin dalla giovanissima età.

Quindi Sara ha visto un’unicità da più fronti: autrice, attrice e cantante ma anche pasionaria dato che ti ha affidato cotanto personaggio…Un ruolo come la Fonseca peraltro recitato qui credo contenga più di un presagio. 

Anche nell’ultimo tuo album 31S che esce adesso, si vede che fai una world music potente che però non indulge tanto nel sogno e nell’escapismo tipico del genere. Alla ricchezza sonora enorme ho notato un lavoro molto impegnato sul testo anche quando è intimista.

Che relazione hai con il cantautorato? Io preferirei definirti cantautrice più che cantante, visto il senso tanto profondo che hai con la composizione e con dei temi, non solo con la parola in ritmo.

Sono contenta di quello che mi dici perché ci ho messo ben quattro dischi per essere riconosciuta in questo solco. Me lo stanno dicendo solo adesso.

Ho fatto sempre dischi tutti scritti da me, per vedere finalmente scritto di me che sono una cantautrice e non solo ‘bella voce’ ho impiegato sei anni di lavoro e questo dovrebbe aprire una riflessione (importante) su ‘cantautrici’ e ‘cantautori’ in questo paese.

Non hai trovato subito dei critici che hanno letto questa tua qualità? Per me è stato lampante ascoltando solo questo album, dato che ti conosco da pochissimo (e vado a comprarmi gli altri!)!

Non è una questione solo di temi trattati ma di come li tratti, la tua scrittura è potente e trascinante.

Non credo sia un fatto di disattenzione, mi hanno recensita sempre critici bravi ed attenti.

Non voglio sempre fare il pippone del femminismo ma il cantautorato qui è maschio. Se pensi agli artisti straordinari che vengono in mente sotto questa voce, come Guccini ed altri, fai subito caso al fatto che al pari di essi non sono citate tante cantautrici. Non credo che non ci siano, credo si tratti di un retaggio culturale maschilista. 

Con la parola ho un rapporto che si è rafforzato nel tempo. Ho sempre amato scrivere ma non sono mai stata un’adolescente portata per la scrittura pur avendo frequentato il liceo classico. Non ero di quelle che scrive racconti, libri, romanzi. E’ stato un amore nato piano piano e quasi per una necessità di raccontare le cose che mi sono accadute. Quasi come una psicoterapia che mi ha traghettata da un’infanzia ed adolescenza complicate. Penso faccia anche bene agli altri, perché spesso mi scrivono di quanto bene o quanto sogno un mio pezzo abbia portato nelle loro vite.

Oggi non riesco a cantare qualcosa che non ho scritto io o qualcuno che quasi quasi potrei essere io, di cui condivido cioè n pieno le parole. Per dire, devo cantare Dalla? Ma magari…però non riesco a cantare una canzone di Mina, non saprei proprio dove cominciare. Perché quel testo non mi appartiene.

Hai uno speciale tono di scrittura: ogni tua canzone anche non associata al ritmo, al sound, al potente impalcato musicale, ha un senso poetico forte. Quando scrivi associ immediatamente con un suono o un vocalizzo oppure le due cose restano per un po’ staccate?

Nascono insieme: io scrivo sempre in mente, non uso strumenti nei primi momenti (poi intervengono dopo). E’ come se io pensassi alla canzone con una melodia e qualche parola che fa capolino ogni tanto (qualche parola masticata le esce dalle labbra: quest’intervista è avvenuta in video chat, Flo mima dei suoni primigeni per illustrarmi il metodo). Poi piano piano le parti si mettono insieme: non c’è mai prima il pentagramma e poi le parole o viceversa.

Il tuo album 31S ha vinto anche un premio del Ministero della Cultura, essendo selezionato per un bando che finanzia la cultura. Come è stata l’esperienza – così rara dalle nostre parti – di essere assistiti per una creazione artistica?

E’ stato bello perché comunque noi li abbiamo spesi quei soldi…e non è un dettaglio!

Quando c’è la parola ‘bando’ o ‘fondo’ in questo paese c’è sempre l’idea di un buco nero, dove non si sa cosa e chi passerà e cosa accade. 

Io sono stata fortunata perché Area Live, la mia società produttrice ed etichetta che mi ha individuata per partecipare insieme a questo bando, ha un curriculum eccezionale: in questi bandi speciali conta si’ il curriculum dell’artista ma allo stesso livello quello della casa discografica. Mettendo insieme quindi le forze, ce l’abbiamo fatta! Il bando finanzia tutta una serie di attività che devi regolamentare scrupolosamente alla SIAE (promozione, distribuzione, etc): sono particolarmente contenta perché grazie a questo bando mi sono potuta permettere un produttore arrivato dalla Francia, che è venuto a lavorare a Napoli. Con un’autoproduzione o una produzione indipendente non avrei potuto sostenerlo.

Qualcosa di muove anche in Italia per lo spettacolo di qualità, è una buona speranza!

Sai anche lì… tutti quelli che guardano da fuori del bando Per chi crea sono sempre diffidenti, qui in Italia è così purtroppo. C’è sempre la puzza di magagna e di manfrina e sono certa che qualcuno avrà pensato ‘ah, vincono sempre i soliti!’ oppure ‘vincono quelli che già sono ricchi’…

Si tratta però anche di competenza, di bravura, di specificità…non senti mai anche questi commenti?

Mi sa che devo apparire una persona opulenta al di fuori! In realtà il percorso di un bando visto dal di dentro è molto chiaro: ci sono punteggi assegnati a tanti aspetti della vita di un’artista (non solo le tournée e gli album ma anche i premi). 

E tu – ti vedo molto giovane anche se non mi hai detto quanti anni hai – hai già cavalcato tantissime scene e palchi musicali (senza contare quelli del teatro) e anche radio oltre che tipi di pubblico molto diversi….

Quanto conta la lettura nella tua vita – anche come pausa da tutto quello che devi studiare per il tuo lavoro – e quali sono i tuoi generi preferiti?

Mi sono appena comprata un libro di Manuel Vilas, intitolato In tutto c’è stata bellezza: una saga familiare, una storia vera dell’autore. Mi piacciono molto i romanzi e moltissimo i libri di poesia. Per usare un paragone adatto ai tempi, non è che li leggi i libri di poesia: sono come l’Amuchina, li hai sempre con te in borsa e li tiri fuori quando hai bisogno di tuffarti nella meraviglia.

In questo mondo di oggi che ha spazzato via il mondo di prima molto spesso la parola deve trovare altre strade. La tua musica tiene insieme una capacità di riscatto del singolo ed è molto bello che venga da un lavoratore dello spettacolo che forse è quello che sta soffrendo di più. Coraggiosamente, inoltre, pubblichi il disco adesso. 

Cosa farai per il live? Farai performance online o altro? Che proiezioni hai sulla distribuzione? 

Ho pubblicato il disco adesso perché il disco è per il pubblico ma è anche per me. E’ qualcosa che desidero fare nel momento in cui la sento. Sembra qualcosa di retorico e banale a chi non fa un lavoro artistico, per noi, in maniera straordinaria, diventa vitale.

Per me pubblicare fra un anno un disco che ho scritto l’anno scorso non ha senso. 

Oltretutto noi non siamo artisti nel mondo del pop mainstream dove al lancio dell’album è associato un tour con il nome dell’album: noi abbiamo un calendario sempre aperto. Con Mentirosa, l’album precedente, ho lavorato due anni. Non fai concerti perché hai fatto un disco, ma perché produci musica e la fai ascoltare. 

Sono sicura che anche per 31S sarà così: le persone lo ascoltano, cominciano ad assimilarlo e poi verranno ad ascoltarlo live. Sinceramente sono convinta che si ricomincerà a suonare, penso questa estate. Non fosse altro perché il governo non potrà più mantenere tutti questi artisti che – veri o falsi che siano – sono venuti fuori.

E’ chiaro che, lo dico anche se mi dispiace, come la scorsa estate abbiamo lavorato tanto e bene con un progetto in trio acustico (Le Brave Ragazze, meno impegnativo del nostro quintetto) oggi lavora chi è un vero artista e ha una vera esperienza. Chi non ha delle idee non lavorava prima e non lavorerà poi.

Quindi questo periodo infausto forse farà bene alla musica, anche per cercare nuove interazioni con il pubblico, proprio per cantautori come voi che hanno un rapporto già ravvicinato con i loro fan vecchi e nuovi. Mentre le major…

Forse è da voi che passerà una nuova idea di fruire la musica contemporanea?

Siamo abituati a lavorare con una certa programmazione (all’estero quasi sempre di un anno di anticipo) ma dalla scorsa estate ci siamo trovati a lavorare con calendari davvero molto smart, dove ti chiamano 15 giorni prima e ti confermano che il tal festival si fa.

Il quintetto (che è anche quello che ascolti in 31S) sarebbe stato impossibile da proporre con ul new normal perché la gente balla e partecipa di più, questo ci deve far riflettere sul fatto che dobbiamo diventare elastici. Che non significa prendere qualsiasi cosa e fare trentamila progetti, ma avere la possibilità di raccontarsi in più modi.

Con una potenza di fuoco enorme e con un un meccanismo più agile.

Il problema è che questo lavoro non è che lo fanno solo i veri artisti ma anche quelli che ambiscono a farlo e si dichiarano ‘musicisti’, cantautori, attori, mi spiace fare polemica ma sono spesso persone che hanno fatto dieci concerti nella loro vita. Quando il Governoha dato a tutti senza esclusione di colpi un sostegno in quanto artisti (600 euro, sic!) sia a quello che ha fatto otto mesi di tournée nei teatri più importanti d’Europa sia a quello che ha suonato tre volte al matrimonio della cugina, zia e nipote, è chiaro che questo offende la categoria. Chi parla e critica credo che 600 euro di guadagni con la musica non li ha mai visti!

Una domanda tra le nostre abituali, volutamente lasciata per ultima ma molto apprezzata dai lettori: cosa senti di aver imparato sin qui dalla vita posto che siccome ti metti in gioco sempre e tanto tra 24 ore questa domanda sarà già superata?

(ride di gusto) Quello che ho imparato da poco è a frenare un po’ gli entusiasmi soprattutto sul web perché molti ci vedono superficialità e pensano ‘ma come siamo nel bel mezzo di una pandemia e Flo pensa a dirci che è contenta di una nuova recensione?’

Bisogna stare molto attenti anche del proprio ottimismo. 

Quello che ho imparato in tanti anni anni è che noi abbiamo, da soli e tutto dentro di noi, le risorse per cambiare quello che non ci va bene. Non è la classica retorica del vincente, dell’ottimista e via così. Io a 15 anni non avrei mai pensato di riuscire a fare le cose che ho fatto; a cantare in Canada in Sudamerica, in Africa…Cose che ho sognato e che sono riuscita a fare perché l’ho voluto e mi sono impegnata (e magari ho anche del talento). 

Vorrei dire a tutte le persone che si fiaccano in lavori e vite che detestano, che la vita passa così veloce che non hanno un’altra possibilità. E’ questo che penso quando guardo persone infelici per loro propria scelta. Un conto è se sei malato e non puoi guarire, ma se passi la vita arrabbiato ed esaurito e arrivi a 80 anni non pensando che avresti potuto cambiare, separarti, lasciare quel lavoro e vivere un’altra vita per davvero?

Volevo farti una domanda anche più scema ma non te la faccio, anzi sì: manca anche a te viaggiare in questi tempi così nuovi e strani? Sembra tutto così annichilito senza uscire dai nostri confini….

Sì, tantissimo. Ho capito però anche tante altre cose. Ad esempio che non mi manca la vita in città. 

Decisi di comprare casa a Napoli due anni fa perché volevo avere sotto controllo tutte le cose. Invece le cose cambiano ad una velocità della luce: ho cominciato a lavorare solo fuori da Napoli da allora. 

Mi fa piacere avere casa a Napoli ma ora ho scoperto che da quando i viaggi non ci sono più preferisco la calma e l’introspezione del mare di Anzio. Certo, mi mancano tantissimo le tournée anche perché amo restare un paio di giorni nelle città in cui mi esibisco per conoscerle un po’. Se torna anche questo è perfetto e giuro che non chiederò più nulla!

Per seguire FLO:

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Per organizzare un suo concerto: https://www.arealive.it/artisti/flo/

Per acquistare l’album: http://www.self.it/ita/details.php?nb=0806102255252&tc=c

2 risposte a “Flo, cantautrice e attrice”

  1. Claudio

    Un talento fuori dall’attendibile, in questo tempo di voci replicanti. Una voce che da voce a se stessa e alla propria arte. Pochi paragoni in Italia, Lalli dei Franti per l’intensità, e Lina Sastri per la personale teatralità. E poi parole e musica all’altezza del talento Buona Fortuna Flo

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