Il potere del movimento spontaneo

in una presa di posizione ampia, più ampia di quel che ci sta sopra.

L’auto maneggiamento della verità universalmente a punta stretta.

Il secondo che arriva per andare, mentalmente proposto.

Con la vista dell’Asia Minore, vai verso Ovest ragazzo.

Andato sull’aeroplano, per intrecciare fili via da qui.

L’occasionale, cristallizzato moto della propria anima.

Protuberanze del vostro corpo vuoto, olisticamente.

O afflitto sotto, sotto la convalescenza della fatalità.

Dio, mio Dio, non puoi uccidermi quando sei morto tu.

Efe Murat Balıkçıoğlu (Turchia, 1987), pubblicata in Jacket Magazine, traduzione dall’inglese all’italiano a cura di Slow Words

Copertina: Barca Nostra, Christoph Büchel (ph. Diana Marrone), 58ma Biennale Arte, Venezia

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