Inès de Bordas, editrice

La tua vita in poche righe

Sono cresciuta a Parigi. Nel 2007 mi sono trasferita a Londra dove ho studiato Storia dell’Arte, prima al Courtald e poi all’UCL per il master. La fotografia è stata sempre uno dei miei interessi primari, è stato bello prima studiare e poi lavorare in questo campo. Nel corso di studi, mi sono specializzata nella relazione tra fotografia e scienza, in special modo nelle prime applicazioni in contesti quali astronomia, meteorologia e medicina. Gli archivi e i materiali poco convenzionali mi hanno sempre attratta. Ho lavorato per istituzioni pubbliche e private, nella ricerca in archivi e collezioni, e da ultimo lo scopo della mia attività ha iniziato a coprire pratiche più contemporanee. Oltre alla mia vita professionale, ho sviluppato attività nel campo editoriale, ho iniziato con adad Books in collaborazione con Alix Janta-Polczynski. Ora con la mia nuova casa editrice Silence Editions. 

Silence Editions è nata da poco. E’ molto curioso per me che ti occupi di libri in edizione limitata e anche di (quasi) ogni forma d’arte. Cosa ti guida e ti ispira e qual è il tuo esempio di libro ‘necessario’ anche pubblicato da altri?

Fare edizioni limitate sembra l’unico mezzo per esistere se sei un piccolo editore indipendente. Mi piace anche l’idea che un libro esista per una porzione limitata di copie, quasi qualcosa da collezionare. Tra un libro e un’edizione d’artista.  Un libro di grande ispirazione? Unfinished Dissertation di Boris Mikhailov.

Chi  si occupa del disegno dei libri e del loro layout inclusi formati davvero non convenzionali e tutti differenti (una volta anche il Leporello)?

Ho lavorato molto con Jonas Meier, un grafico editoriale francese che vive a Bruxelles. Il layout ed il formato di ogni libro sono stati concepiti attraverso un processo di collaborazione e dialogo.

I prossimi libri in stampa?

La nostra ultimissima stampa è risultata da una collaborazione con una galleria d’arte veneziana, ALMA ZEVI. Abbiamo co-pubblicato un libro che accompagna una mostra di Alain Baczynsky, Hatufim, che nasce a sua volta da una collaborazione tra la galleria e l’artista. La serie di foto di quest’autore è molto intima e allo stesso tempo invita il pubblico a riflettere su temi quali l’identità, i punti di vista, le ideologie – soprattutto mette in discussione il nostro modo di guardare. Adesso sto lavorando a una nuova pubblicazione con Adèle Gratacos, una giovane artista francese anch’essa di stanza a Bruxelles. Abbiamo collaborato già con la sua prima pubblicazione, Ces tremblements qui nous exposent (Too Close is Not Enough) presentata a Off Print (Londra) e questa nuova collaborazione sarà invece presentata con la sua mostra alla Maison Européenne de la Photographie (Parigi) la prossima estate.

La musica ed il libro (non tuo) con te in questo momento

Le Fleuve Alphée dello scrittore francese Roger Caillois. Ho iniziato da poco a esplorare la scrittura di Caillois. Sono particolarmente presa dalle sue descrizioni sull’immaginazione, il linguaggio e soprattutto al modo sublime in cui mischia poesia, immaginazione e scienza. E ascolto la musica del cantante maliano Ali Farka Touré. 

Dove ti vedi tra 10 anni?

Difficile da dire! Spero circondata dai miei libri e da qualcuno in più pubblicato da Silence Editions.


Cosa hai imparato sin qui dalla vita?

Che l’intuizione è uno strumento largamente sottostimato da ri-apprezzare (anche quando sembra portarti in strane direzioni).


Hatufim (Kidnapped) è in mostra fino al 20 Aprile 2019

2 risposte a “Inès de Bordas, editrice”

  1. carlo

    qualcuno dica alla gentile Inès che il compianto Ali Farka Tourè era un UOMO! vero che sarà occupatissima a “esplorare la scrittura di Roger Caillois”, ma come abbia fatto a scambiare la voce del grande cantante maliano per quella di una donna, questo mi sfugge.

    saluti
    c f

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    • admin

      Grazie del suo commento Carlo, abbiamo provveduto a correggere.
      Si è trattato di una nostra svista in sede di traduzione dell’intervista e non di un errore di Ines. Ci fa piacere quando i lettori ci aiutano come ha fatto lei.

      A proposito dello scrittore francese che Ines nomina, ha avuto modo di esplorare Caillois che abbiamo già pubblicato in occasione di un’intervista a Philippe, gemmologo ed intarsiatore, che ci ha dato modo di ‘affondare’ nella sua scrittura per la prima volta (e nella traduzione delle sue parole)? Cosa ne pensa?

      Continui a seguirci, un caro saluto

      Diana

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