Marcantonio Brandolini d’Adda, Venezia

 

Un giovanissimo designer – il vetro soffiato di Murano e le relazioni il suo campo di azione – si racconta, fuori dalle pagine dei rotocalchi dove sovente è ospitato e lontano dal glamour che non gli appartiene per nulla: per lui contano i processi e quello che resta, non l’évènementiel sebbene conosca molto bene il valore delle parole e della comunicazione.

Alcune settimane fa abbiamo parlato di come la poesia e la letteratura possano, spesso a caro prezzo, cambiare il mondo. E in questa vi vogliamo raccontare le pieghe che non si vedono di una storia fatta di temi che qui da noi non trovate – dinastie, araldi e storie di nobiltà. Che continuano, discreti e sotterranei, a cambiare il mondo. Oggi con twist per nulla scontati.

Ho incontrato per la prima volta Marcantonio all’inaugurazione della sua prima mostra importante con Laguna B, l’impresa di sua madre Marie che lui ha rilevato alla sua morte improvvisa. Presentava lampade e vasi straordinari – grezzi e lucenti nello stesso tempo – in una casa di nobili tra le più belle a Milano (in una mostra di Airbnb!). Quei vasi, 15 edizioni in poche settimane, sono stati sold-out. Questa storia corre in fretta, tra design ed innovazione di processo più che di prodotto, visto che il vetro di Murano ha una storia millenaria.

 

 

Mi interessa la tua vita – breve, hai solo 25 anni: tutto quello che non entra nel gossip o nei giornali di moda dove sei sovente ritratto. Il Marcantonio personale, quello poco raccontato. So che hai studiato all’estero e che hai cominciato presto a viaggiare. 

Sono stati 25 anni vissuti molto in fretta, per vari motivi. Primo perché sono uscito di casa presto, a studiare in collegio a 16 anni. E poi perché sono stato abbastanza viziato (in un certo senso lo sono ancora, ma da ‘indipendente’ adesso). Tutto quello che un giovane avrebbe fatto adesso, io l’ho già fatto prima. E quindi adesso sono pronto per una famiglia e dei figli.

Mi sono appassionato tanto ad una città, che prima odiavo, e sono convinto che qui si è liberi di creare quello che si vuole perché c’è un potenziale enorme. Parlo di Venezia.
Non amavo Venezia da ragazzino perché volevo fare una vita diversa – quando inizi l’adolescenza, hai sempre in testa una vita di splendori, viaggi, feste, donne, discoteche, droghe. A quei tempi la odiavo perché negava tutti questi cliché. Anche perché a 14 anni Venezia non mi avrebbe dato quello che mi da adesso che sono cambiato.

Sì, ho viaggiato molto. Ho studiato in Svizzera e poi a Londra e da ultimo ho passato sei mesi in Argentina.

Il design per me, come per me il vetro, ha un doppio fine. Fare lampade, o vasi, è importante perché lavoro a Murano. In piccolo, quell’isola è il mondo di adesso: molte aziende pensano solamente a se stesse – e spesso con una mentalità vecchia – molti imprenditori non leggono il potenziale assurdo nelle loro mani. Riuscire a fare quello che facciamo (siamo una squadra, non sono da solo!) per me è, in piccolo, cambiare il mondo. Quello che sto facendo col vetro, potrebbe essere fatto su qualsiasi altro prodotto, dico qualsiasi: dalle ruote di scorta, alle banane, alle patatine fritte…

Sono tornato molto felicemente a Venezia, devo dire, dopo tutto questo peregrinare. L’ho proprio scelta.

 

 

Laguna B è un progetto che aveva iniziato molti anni fa tua madre e che tu stai continuando in maniera diversa: non solo edizioni funzionali in vetro – da comprare online e offline – ma una sinergia tra maestri vetrai, studenti e scuole, nuove maniere di fare gruppo e cambiare anche il modo di produrre a Murano…. 

E’ un modello di rifiuto totale di quello che ho vissuto nel passato. Il design mi è piaciuto e mi piace ma non è solo quello. Sono più concentrato sul sistema, su come comunicare e lasciare un esempio ai miei coetanei, a persone come me e, perché no, ai miei figli.

Hai una serie di responsabilità e doveri verso la terra in cui la tua famiglia affonda le radici dall’XI° secolo. E’ questo il tuo modo di vivere il lignaggio, l’aristocrazia – insomma il mondo da cui provieni? 

A me dell’aristocrazia non frega proprio niente. Anzi ho odiato tutta la mia vita questo mondo. Sono, a dirla tutta, un vero burino (siede composto, la sua voce è costante e non dimentica mai le buone maniere, ma non sono maniere affettate: è sinceramente devoto a trattare bene il mondo, ma non perché deve: perché lo ama).

Educazione estrema, pacatezza, no!
Io ho legami con la mia famiglia perché sono esseri umani adorabili ma del resto no, non me ne frega nulla! Non sputo sul piatto dove mangio, ma mia nonna è mia nonna e le voglio bene, mio padre ed i miei fratelli lo stesso. Sono stati dei perfetti esempi e mi hanno insegnato tutto quello che so. Altra cosa è se dovessi vivere come vivevano nel secolo scorso…

 

 

Mi piacciono tutti i pezzi di Laguna B, anche quelli che ho visto a Milano… 

Laguna B non è solo vetro. C’è innanzitutto la storia di mia madre ed i suoi pezzi. Ma non è solo un’azienda di design, è anche un’agenzia di comunicazione, molto altro. Deve essere una comunità, deve essere tante cose. Certo abbiamo appena iniziato ma stiamo già mettendo i primi mattoni al posto dove vogliamo siano. Abbiamo, ad esempio, già fatto la prima esperienza con una scuola ed i suoi studenti (la Pilchuck di Seattle, USA) che sono venuti a Murano su nostro invito ed insieme a noi hanno scoperto sei maestri e sei tecniche vetrarie.

E’ il primo scambio tra l’America e Murano, con l’aiuto delle fornaci che ci hanno supportato. Per lavorare in Italia devi sapere che le istituzioni non ti aiuteranno. Solo dopo, molto dopo che hai dimostrato che ci sai fare, forse le istituzioni ti verranno dietro.

Noi vogliamo essere un esempio, anche piccolo, di eccellenza. Noi vogliamo che le istituzioni, di fronte a questi casi e piano piano facendo risultati, aiutino poi chi differentemente da noi non ha i mezzi per iniziare.

 

 

Mi piace anche il fatto che tu ti stia muovendo subito e impari mentre fai. Certo, hai lasciato i bestseller di tua madre ma poi hai rivoluzionato il concept (mi piace il tuo claim per Laguna B: you have one business on earth: to save souls, una frase di John Wesley). E hai disegnato qualcosa di tuo, anche. 

Certo, quegli oggetti che hai visto a Milano, sono proprio l’inizio. Io ho iniziato con Laguna B solo un anno e mezzo fa, con Alvise il mio socio. Passo per passo, usciranno i nuovi prodotti tra due settimane. Bicchieri e poi il progetto ‘The Artist’ dove mettiamo un valore per gli artisti muranesi, i veri maestri, dove gli diamo una linea e poi il maestro la segue (gireremo anche dei documentari: nessuno sa, parlo di chi viene a Murano, cosa sia veramente dietro alla maestria).

Dall’esterno qualcuno pensa che Laguna B sia un gioco di un giovane ragazzo ricco. Invece no, ti spiego chi siamo e come lo facciamo.
Innanzitutto abbiamo sostenuto l’avviamento grazie anche a progetti esterni, dove curiamo la comunicazione – o mettiamo a servizio la nostra expertise – per altre aziende.

Lo scopo è creare una factory completa di professionalità e creatività qui a Venezia. Oltre me ed Alvise, c’è Tommaso (piccolo socio di minoranza, che si occupa di grafica), poi c’è Zac che si occupa di riprese e 3D con Rhino. Poi c’è Marco Filippi che segue il web. E c’è Alice, (che parla benissimo l’inglese e quindi segue i workshop con le scuole ed è molto brava a coordinare). Piano piano, con una batteria di gente che ci crede veramente e che ha le sue capacità, stiamo anche ripopolando un po’ Venezia.

Mi sono guardato un po’ intorno: ci sono movimenti sociali e dal basso nati qui a Venezia per Venezia, portati avanti da giovani e meno, dovrei seguire di più solo che, dipende, la vita va a periodi…

 

 

Se vedessi Laguna B tra dieci anni, come ce la descriveresti? 

Una vecchia fabbrica a Murano di 10.000 metri quadrati in cui dentro io mi senta la persona più felice del mondo, con tanta gente che mi stia vicino. Una fornace, tante sinergie: le scuole, una galleria commerciale col pelo e contropelo che venda il prodotto che viene fatto, artisti in residenza. Una grossa factory che non si fermi al vetro e che includa musica, danza, video-making. In cui trovi tutto. Deve esserci a Venezia e stupisce che ancora manchi, che sia un posto che ti da così pace. Proprio a Venezia dove sta crollando un po’ tutto e a maggior ragione occorre resistere. In verità ogni momento è quello giusto per farlo, basta fare qualcosa che stia a passo con i tempi.

Non è solo un momento brutto per Venezia, è un momento tremendo per il mondo. Stiamo perdendo identità.
In un posto dove ognuno si sente libero di creare e possa sentirsi partecipe, è bello vivere.
E’ esattamente la cosa che ho sentito quando sono stato due settimane alla scuola di Seattle di cui parlavo prima. Mi sentivo circondato di persone sane, che avevano i miei stessi obiettivi: creare cose belle.

Sei talmente poco abituato a staccare che quando sei un posto in cui sei circondato di tutto quello che vuoi, quello di cui hai bisogno in termini creativi non parlo di lussi o materialità!, ti concentri e crei. E’ la mancanza di quello che vorresti che ti induce alla frenesia, al non staccare mai.
E quando sei in quella dimensione, parli solo di cose importanti. Niente cavolate come frasi fatte sul tempo, sul caldo o sul freddo!

Voglio puntare a un posto in cui tutti i turisti che vengono a Venezia, vengano lì e vedano che tutto quello che fanno – tra selfie e giri senza senso – è sbagliato. Voglio cambiare la vita delle persone a partire dall’esperienza. Immagino un museo, gente che cammina nei corridoi con fasci di fogli…

 

 

Lo sai che Murano dopo le sei di sera è morta, tutto chiuso… 

Lo so bene, ma è morta anche prima. Tanto la gente che ci cammina non è gente del posto, quindi è morta in generale.

 

 

Soffi il vetro anche? 

Beh, ho fatto dei corsi: all’Abate Zanetti prima e poi sono andato in America. Ma poi capisci che ad ognuno il suo. Sono più versato in altro e non puoi far sempre tutto. Era giusto imparare e capire come si facesse, capirne i limiti, non solo i propri. Se non impari anche questo ed entri in fornace, poi la gente non ti rispetta! Il minimo devi comunque saperlo.

 

 

Che libri leggi e che musica ascolti ora? 

Ho avuto sempre un problema con la lettura, ho un livello di concentrazione molto basso. Non sono mai riuscito veramente a studiare per questo. Sono stato più furbo che bravo nello studio.

Ho letto Il Vecchio e il Mare cinque volte. E basta. Non ho mai letto i libri di scuola, non so leggere.

Ho fatto un cambio di vita abbastanza drastico io, ho iniziato a fare un corso di meditazione a Mestre, che mi ha aiutato molto. Ho quindi iniziato a leggere, ora sono a quota tre libri. I Demoni di Fyodor Dostoyevsky, Il Deserto dei Tartari e quel racconto che ha ispirato il film Apocalypse Now (Heart of Darkness, Il cuore della Tenebra di Joseph Conrad).

Musica? Tutti i tipi, mi piace tutto: io vivo con la musica. Soprattutto musica italiana, classica inclusa.

E’ poco tempo che sono così, se mi conoscevi quattro anni fa ero totalmente un’altra persona. Sempre una brava persona, ma totalmente diversa. Ho eliminato tutto quello che mi stava vicino: persone inutili, distrazioni…

 

 

C’è un posto segreto dove ti ritireresti a leggere ora che hai iniziato? 

In barca. Perché, sai, il problema di leggere, è che non devi avere distrazioni. E’ molto difficile, siamo sempre connessi a qualcosa e soprattutto con la difficoltà di concentrazione diventa ancora più duro. Certo, io compenso con altro e penso che ognuno c’ha il suo. Chi si concentra meno è più bravo nelle relazioni pubbliche…Tuttavia, sei mesi fa, pensavo: oddio ora cosa dico alla cena? 70% di me stesso e il 30% faccio domande, così non devo parlare di quello che so…Perché sento sempre di non sapere niente…

Se dovessi leggere, devo prima meditare. Devo prima inserirmi in uno stato mentale e pensare che nessuno mi chiami (ricevo 30-40 chiamate al giorno, per non parlare di mail e messaggi)…Il fatto è che, anche, non riesco mai ad essere da solo…
E tu invece quando leggi?

 

(Diana Marrone) Quando scappo, anche io in barca leggo molto bene. Ad esempio ieri ho fatto una fuga di mezz’ora e mi sono messa a leggere 80 pagine di un libro che volevo finire (solo che ne ho altre 100) e ora devo aspettare l’altro momento libero o quando viaggio senza internet…Mi sono pentita di aver letto quelle 80 pagine con inutile voracità perché mi è rimasto poco, le avrei piluccate più volentieri con lentezza… 

Io sinceramente adorerei che la meditazione fosse inserita nei programmi scolastici. E’ fantastica. Se riesci a liberarti, respirando nel modo giusto, anche delle negatività, è fantastico. Sarebbe fondamentale anche nell’educazione dei bambini. Certo, fai fatica, ma è qualcosa che fermerebbe subito tutte le guerre.

Io c’ho bisogno di una fidanzata, c’è poco da fare.

(DM) Io invece no, ho bisogno ‘della’ persona. Non una qualsiasi. Sono un po’ diversa, alla mia età. Troppo indipendente (e troppo sola, soprattutto per il lavoro che ho fatto tutti questi anni). Adesso voglio cambiare. E alla mia età non è facile come alla tua, trovi persone alquanto svalvolate in giro, che già vengono da un’esperienza di coppia e di famiglia non vincenti. 

Ultima domanda, semplice semplice!
Cosa hai imparato sin qui dalla vita – una vita breve, super chiara ed anche super condensata? Magari una cosa che hai sistematizzato, che ti tranquillizza e che non è più un magma incandescente che non avevi capito prima e che ti portava quindi inquietudine. 

 

In realtà non ho imparato niente ma sono nato come sono. E sono un buono. Quello non lo impari, ci nasci. Per il momento forse ho imparato a relazionarmi con le persone, l’inglese etc (un elenco lungo ma di cose, ma tutte non fondanti).
Quando imparerò ad essere veramente onesto (con me stesso prima di tutto e poi a dire le cose alle persone anche quando possono ferirle, a non scappare insomma dai problemi) allora sarò felice.

 

 

A parte tutti I giorni a Murano, potete incontrare Marcantonio dal 7 settembre 2017 (e fino al 17) alla Galleria Alma Zevi (San Marco 3357, Salizada San Samuele) che gli dedica una personale esponendo i suoi nuovi lavori in vetro.

Una risposta a “Marcantonio Brandolini d’Adda, Venezia”

  1. Cattelan Francesco

    Articolo interessante il sottoscritto e i miei fratelli siamo proprietari di un immobile a Muramo ex Frabbrica Salvadore Srl non sono 10.000 mq ma il sito è interessante e ricco di storia.
    Per eventuale contatto 331 6018007.

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