senza titolo

 

Ho meraviglioso stupore per i rami degli alberi, che se ci pensi, possono sembrare tutti uguali. ma non siamo uguali e unici anche noi?

 

sul comodino che non ho ci sono tutti i libri che avrei voluto leggerti, per chiuderli a metà frase, perché nessun libro vale un amore.

 

la caffettiera l’ho riempita di caffè ma non l’ho acceso. dei saponi ne preferisco uno ma nulla mi ferma a cercarne di nuovi. forse che tu preferisci altro mentre ti lavo ? senza lacune sarebbe la mia carezza. ero lì a tener conto delle nuvole e dei tramonti. le albe per quanto struggenti non vincono il mio rigirarmi. e se mi svegliassi tu? farei la spesa con maggior gusto, con il piacere di assaporarci. eppure.

 

eppure nulla di questo avviene. ognuno di noi è impegnato a perdersi nei propri luoghi. ci si perde sempre in ciò che ci è famigliare, no?

 

vorrei potermi permettere negligenze futili per cullarti mentre una musica suona quel che può. e noi ci potremmo perdere.

 

ammetto i miei muri, ho tenuto conto dei tuoi. mi hanno sorpreso i nostri.

 

quando torno a casa non sono mai in ritardo.

 

 

Samuele Papiro (Italia, 1980), marzo 2015

 

 

Questo racconto è stato pubblicato come didascalia di una Polaroid premiata nel concorso ‘Polaroid Art Italy’ (marzo 2015) nella sezione “foto del mese”.

Per seguire le collezioni di immagini di Samuele Papiro (e per acquistare le sue immagini, come quella nella copertina di questo racconto):

www.samuelepapiro.tumblr.com 

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