SIEDO e osservo tutte le pene del mondo, e tutta l’oppressione e
la vergogna;
Ascolto singhiozzi segreti e convulsi che emanano da giovani uomini, in ansia con
se’ stessi; pieni di rimorso per le azioni intraprese;
Vedo, nella vita grama, la madre maltrattata dai suoi figli, che muore
negletta, disperata, scarna;
Vedo la moglie maltrattata da suo marito – vedo lo sleale seduttore di giovani donne;
Traccio anche le pesantezze della gelosia e dell’amore irrequieto, che tenta di essere
nascosto – vedo queste cosa sulla terra;
Vedo i resti di una battaglia, la pestilenza, la tirannia – vedo i martiri ed i
prigionieri;
Osservo una carestia sul mare – osservo i marinai prepararne molti che
saranno uccisi, per preservare la vita degli altri;
Osservo i dispetti e le degradazioni inflitte da persone arroganti ai
lavoratori, ai poveri e soprattutto ai negri e ai simili;
Tutto questo – tutta la grettezza e l’agonia senza fine, io siedo e guardo, vedo, ascolto
e sto zitto.
Walt Whitman (USA, 1819-1892), in “Leaves of grass”, 1855, (David McKay, Philadelphia, 1900; Bartleby, New York, 1999), traduzione a cura di Slow Words