Susie Dee, Patricia Cornelius, Melbourne

Susie Dee è una regista ed attrice di teatro, Patricia Cornelius una scrittrice ed una drammaturga, entrambe australiane lavorano insieme da oltre 30 anni. Le abbiamo incontrate poco prima che vadano in scena alla Biennale Teatro 2019 – dal 22 luglio al 5 agosto – dove presentano due drammi che hanno creato insieme. Sono un’elegia condensata della nostra umanità, che vi precipiteranno (in tempo reale) nel vuoto e nel pieno dell’amore, dei sensi e di molti altri vizi e virtù umani. Non vedo l’ora di assistervi.

Susie Dee

Shit parla di tre ragazze, si chiamano Billy Bobby e Sam. Non smettono mai di trascendere la loro bruttezza. Non c’è indicazione di una vita migliore o, di fatto, di una qualsiasi vita interiore. Non credono in niente. Sono donne cattive, amareggiate, calpestate, indurite. Non sono il sale della terra e non sono neanche sexy. Non amano nessuno e nessuno le ama.’

Tanya, Annie e Lorenzo sono i tre personaggi che abitano Love. Sono giovani, ma la giovinezza gli è stata strappata via. Hanno subito violenze, sono violenti, ed è difficile che piacciano, men che meno che siano amati. La pièce non parla soltanto dell’amore e di tutte le sue forme, ma ne svela anche la cruda debolezza, cosa siamo disposti a sopportare in nome dell’amore e come riusciamo a cavarcela senza.’

Antonio Latella, il direttore artistico della Biennale Teatro, ha detto che il drammaturgo è il deus ex machina e che il suo potere si estende ben oltre la fase della scrittura, ma include spesso il progetto di molti altri asset cruciali di scena – dai props, alle luci, ai volumi.

Cosa ne pensate dell’evoluzione della professione e come le due arti combinate (la scrittura e la direzione di scena) lavorano praticamente, specialmente per Love?

Patricia Cornelius: Un drammaturgo predice o manda già un invito al regista in termini di stile e scena, e definitivamente di intenzione. E un ottimo regista come Susie Dee afferra l’invito e corre con esso. A volte non le do molto, perché spesso i props annoiano me e vorrei che la scena fosse semplice e forte, non affollata e letterale. Una scena che mette gli attori in grado di muoversi. Di base Susie si affida molto agli attori, al linguaggio e a muoverli in uno spazio che abbia un’eloquenza astratta. Il linguaggio del dramma è vitale. Alimenta una scena, sorprende, qualche volta sciocca e si basa sulla verità ma il set e le luci ed i toni possono rendere le parole straordinarie.

Pensate spesso al pubblico più giovane quando scrivete/progettate/dirigete un nuovo pezzo e se sì, in che modo?

Nelle nostre creazioni non pensiamo a pubblici più giovani o più anziani – il nostro lavoro è il nostro lavoro e pensiamo possa significare qualcosa per tutte le età.

Volevo chiedervi qual è il ruolo di apprendimento e di insegnamento del drammaturgo contemporaneo e del teatro oggi, quando l’atto del leggere (libri, testi, saggi, poesia) per se non è più un valore e spesso viene tralasciato

Patricia: sono una lettrice avida, faccio ricerca e divoro la conoscenza e ogni pezzo, che sia finzione o documentario. I libri sono ANCORA uno strumento estremamente importante per me come scrittrice.

Susie: tendo più a usare strumenti visivi – usando internet ed i film e pinterest o siti simili ma ironicamente al momento sulla mia scrivania ci sono quattro libri d’arte aperti come stimolo.

Quali sono secondo voi le nuove scintille della scena australiana (un teatro indie, un autore, un gruppo di producers, un festival, un premio)?

Ci sono stati flussi di lavori adattati recentemente per il teatro – da libri e film. C’è anche un trend negli ultimi anni nel teatro contemporaneo che crea pezzi con ‘bambini’….che sia la fonte/ricerca o il loro coinvolgimento.

Trovate i finanziamenti adeguati e pervasivi per l’arte teatrale nel vostro paese come avviene per l’arte contemporanea o per l’opera?

Assolutamente NO. Le compagnie principali più grandi, statali, i teatri d’opera e i festival sono i destinatari della maggioranza degli schemi di finanziamento qui in Australia.

Melbourne e Sydney sono così differenti, per non nominare gli altri centri come il Queensland o la Tasmania o Perth, sempre così remota…

Ho paura che la vastità del vostro continente-stato contribuisca anche a geopardizzare le scene anche in termini di fondi federali e statali per non parlare dei pubblici…

Melbourne, la nostra città, ha una scena indipendente estremamente attiva ma esiste grazie agli artisti che in effetti contribuiscono all’industria stessa. Le piccole compagnie abbondano ma spesso durano solo qualche anno per la mancanza di sedi e di guadagni adeguati.

La musica ed i libro con te adesso

Susie: Ascolto Aldous Harding – una cantante neozelandese ed è molto teatrale. Leggo Rachel Cusk, precisamente Outline, è una scrittrice canadesi e guardo alcuni libri d’arte – come i dipinti di Arthur Boyd e le sculture greche.

Cosa hai imparato sin qui dalla vita?

A cercare di essere onesta, a credere ai miei impulsi e che non ho bisogno di tollerare gli stupidi.


Le immagini di copertina di Love e Shit sono, rispettivamente di Pier Carthew e Sebastian Borges

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