Valter Adam, Londra

La tua storia in poche righe, non dimenticare da dove comincia – dove nasci, la famiglia e gli studi

 

Sono nato a Padova il 28 maggio 1980 e sono sempre stato attratto da qualsiasi tipo di attività manuale sin da ragazzino. Sono cresciuto in campagna, primo di tre figli in una famiglia di classe media, mia madre diceva sempre che passavo ore a smontare e rimontare quello che mi capitava a tiro. Sapevo già di voler diventare un artista ma sono stato interessato anche al disegno industriale ed all’architettura quando andavo alle scuole superiori, a quel tempo ero un ragazzaccio e poi non avevo molti soldi per andare all’università quindi cercavo un lavoro che mi permettesse sia di imparare che di pagare le bollette. Quindi mi sono iscritto a diversi corsi gratuiti di make-up e ripresa video. In pratica, se guardo indietro, quello che faccio oggi è soltanto una conseguenza naturale di quell’idea, di quel che ho sempre voluto fare.

 

 

La tua biografia ha una doppia metà: una professione creativa (fare lo sculture e l’artista visivo) e anche essere un ottimo truccatore per effetti speciali per il cinema, anche premiato recentemente in Italia dove hai avuto il premio più importante per il cinema italiano nella tua categoria (David di Donatello per il migliore make-up artist nel film diretto da Matteo Garrone, Il canto de li Cunti).

Siamo molto impressionati dalla tua combinazione: mischi iper-realismo e barocco. E siamo curiosi del fatto che usi un alter-ego per firmare la tua carriera come artista.

Troviamo unica la miscela con cui fai ‘accadere’ il futuro nei tuoi ritratti. E’ come se rappresentassi l’evoluzione di una persona, ma qui ed ora.

Com’è accaduto che hai fatto tua questa filosofia? Dove ti sei ispirato?

 

Noi siamo tre fratelli, io sono il primo e mio padre mi ha chiamato Adamo come secondo nome, a mia sorella è toccato Eva ed a mio fratello Abramo; tutti e tre non siamo credenti, è una storia divertente e mi piace un sacco.

Ho iniziato a produrre lavori d’arte prima della maggiore età ma mi sono messo a lavorare per il cinema perché volevo imparare e migliorare le tecniche e, possibilmente, avere un reddito mentre lo facevo. Sono stato così fortunato da incontrare – ed imparare da – diversi grandissimi artisti.

Non sono un fan di supereroi o di horror, non guardo la TV e le serie, anzi non ho neanche una TV sin da quando avevo 21 anni. Sono sempre stato interessato al talento, alla maestria nell’esecuzione, al processo ed ai materiali. Ed, ovviamente, alle persone dietro queste creazioni.

 

Ogni pezzo d’arte che ho fatto proviene da un particolare stato mentale o da una situazione difficile che ha sollecitato il bisogno di riflessione su qualcosa in particolare.

Vengo da una grave perdita personale che mi ha letteralmente mandato in frantumi e che mi ha costretto a riconsiderarmi, incluse idee e concetti. E’ stato allora che ho iniziato a pensare al concetto di Tempo: proprio il tempo è diventato il filo rosso che sta dietro tutte le mie creazioni.

Ma anche cose del tipo ‘non ci incontreremo mai a quell’età’ quando ad esempio ho iniziato a pensare alla possibilità della morte dei miei genitori e a quanto triste mi sarei sentito, a tutte le emozioni che avrei provato – diciamo, ho riflettuto sulla impossibilità fisica di incontrare qualcun altro a 50 anni a partire da ora.

 

 

Chi sono, o chi sono stati, i tuoi maestri? Per caso ti piace la realtà plastica di Ron Mueck e di Patrizia Piccinini? Oppure sei più ispirato da disegnatori di costumi od altri tipi di creativi?

 

Ho avuto il piacere, e la fortuna di lavorare con, e di imparare da, moltissimi artisti di talento. Alcuni di essi mi hanno dato delle grandi lezioni di vita, come Kazuhiro Tsuji, ma non ho mai incontrato Mueck e Patricia.

I vecchi maestri mi hanno sempre lasciato un grande segno – dagli scultori, come Gian Lorenzo Bernini, o dai grandi paesaggisti come Turner.

 

 

Ormai Londra è la tua città, cosa pensi di darle e cosa pensi ti dia? Qual è il tuo nascondiglio segreto quando sei lì e hai bisogno di avere un momento per trovare nuova energia creativa?

 

Io amo Londra: ho trovato lì meritocrazia e le restituisco lealtà. Il mio nascondiglio segreto? Richmond Park.

 

 

Il libro e la musica con te ora?

 

I signori della mano sinistra di Stephen Flowers.

Musica: Enigma

 

 

Cibo e bevanda preferiti?

 

Che domanda…Pizza, è ovvio! Poi succo d’arancia, le bevande alcoliche non fanno per me.

 

 

Un talento che hai, uno che ti manca

 

Ho una mente creativa e mi piace fare tante, troppe cose insieme…

 

 

Il tuo segreto per rallentare, se ti piace farlo, nella vita che attualmente ti sei scelto?

 

Non posso proprio farlo, rallentare mi annoia e mi fa stare male, mi piace la pressione, mi tiene vivo e per me essere vivo significa essere creativo. Ogni volta che posso faccio meditazione, dovrei sicuramente farne di più.

 

 

Cosa hai imparato, sin qui, dalla vita?

 

Così tante cose…Il fatto è che continuo a dimenticarle, mannaggia. E questo è l’unica cosa da fare, ricordare quel che già sappiamo, chi siamo veramente.

La realtà fisica è solo una delle…dopo che saremo morti c’è solo un’altra realtà.

 

In qualità di artista e scultore, il make up artist Valter Adam Casotto apre prossimamente una doppia personale – (V)Alter Ego – alla Andrea Tardini Gallery (Venezia): il 7 Aprile 2017 alla sede in Giudecca 282 e l’8 Aprile a quella in Salizada San Samuele (la mostra è aperta fino al 6 giugno).

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