Viola Romoli, gallerista e curatrice

Una galleria fondata nel 2009 ovunque ed in nessun posto, sebbene nata a New York: questa è The Pool, dal 2009. Si dedica a promuovere, con mostre e partecipazioni a fiere, un network di artisti internazionali senza uno spazio ufficiale. Essere in un luogo e poi subito in un altro è una necessità dettata dall’influenza dominante di questo secolo e The Pool la fa propria, abbracciando una natura peripatetica.

Fino al 30 giugno 2015 è possibile trovare The Pool a Venezia, in occasione della 56ma Biennale d’Arte, dove la galleria ha trovato casa temporanea in uno splendido palazzo – Cesari Marchesi – a Campo Santa Maria del Giglio. La mostra Un palazzo con vista è una collettiva speciale in cui gli artisti prendono ispirazione dalle stanze della straordinaria proprietà ed i loro lavori sono spesso site-specific oppure accortamente incastrati nelle mura, fondendosi a perfezione con le architetture – decadenti e poetiche – della vecchia magione.

 

La tua storia in dieci righe

Mi piace l’idea di continuare la storia offerta dall’arte. Per me la storia cominciò a Firenze, dove sono cresciuta sviluppando un profondo interesse per la storia dell’arte, grazie a mia madre. La mia storia è poi forgiata dall’aver lavorato presso la Guggenheim in tre città diverse (New York, Venezia e Bilbao), e dalla capacità dei musei di trasferire visioni su scala globale. Noi siamo una generazione degli ‘in mezzo’. Siamo soliti vivere in più posti e quindi organizzare la nostra vita tra diverse realtà. Queste realtà rappresentano il nostro passato, presente e futuro. Raccontare le storie in queste varie realtà è ciò che The Pool aspira a fare.

 

Curatrice, produttrice, docente. E fondatrice di una galleria nomade in una delle più calde città del globo in termini di consumo e collezioni di arti visive. Sei ‘sradicata’ per definizione?

Per nulla. Sono nata e cresciuta a Firenze, ma poi ho studiato a Madrid dove ho realizzato che avrei potuto essere locale su scala globale. Quando passo un po’ di tempo in un posto, mi immergo profondamente nel presente.

 

Cosa è determinante nelle arti che finanzi, produci e promuovi? Perché scegli in modo così diverso dalle altre gallerie e quali sono stati i passi che ti hanno portato a fare questa scelta dopo aver collaborato con galleristi più tradizionali?

La decisione di essere itinerante si basa sulla disponibilità di un pubblico sempre più globale e sulla sua natura itinerante. Inoltre, presentare sfide creative ad artisti in spazi che cambiano è il modo più interessante e avvincente di fare il nostro mestiere. La nostra mostra attualmente in corso a Venezia “Palazzo con vista” è un buon esempio.

 

Quanto è difficile oggi avviare e continuare un’attività imprenditoriale nella tua città? E più in generale?

E’ piuttosto difficile, ma prima lo era ancora di più. Comunque, la sfida di creare visioni personali è anche energizzante e dà forza.

 

Che incontri fai di solito nella tua routine di lavoro?

La mia routine è non avere una routine bensì trovare continuamente le soluzioni fornite dall’ambiente.

 

Qual è il traguardo più importante che hai ottenuto da quando hai cominciato a lavorare come gallerista?

Il traguardo più importante a cui un imprenditore possa ambire è continuare a fare esattamente quello che sta facendo, e quindi il semplice fatto che un gruppo costante o piuttosto in crescita di collezionisti ci segua è ciò che ci fa andare avanti e ci fa sentire continuamente soddisfatti.

 

Come riesci a combinare la dimensione ‘lenta’ della tua vita privata e la schizofrenia della tua professione così peculiare?

E’ difficile per me riuscire a cogliere la differenza tra quando lavoro e quando non lavoro perché amo quello che faccio. Scegliere di essere circondati dalla bellezza aiuta ad addolcire gli aspetti duri e a volte pedanti di gestire un’attività in proprio.

 

Un evento straordinario che hai vissuto di recente?

Non c’è nulla di specifico che possa sintetizzare tutti i momenti inattesi di sorpresa e collegamenti che in fondo costituiscono la parte più fantastica – la sorpresa stessa.

 

Puoi condividere con noi la tua passione culinaria?

Il modo per me preferito di cucinare è cucinare con qualcun altro.

 

Quale è la tua bevanda preferita?

Se posso scegliere, un Bellini servito all’Harry’s Bar a Venezia. Altrimenti, acqua frizzante con limone!

 

Quale musica e/o libr* ti accompagnano in questo momento?

Quando mi trovo da qualche parte mi piace leggere un libro legato al posto stesso. Ora sto leggendo “Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli e “Un Giardino a Venezia” di Frederic Eden.

 

Quale talento hai? E quale ti manca?

Il mio secondo biglietto da visita rimanda all’ufficio di Cupido. Mi piace creare contatti tra le persone! I talenti che non ho…sono troppo timida per menzionarli!

 

Cosa hai imparato dalla vita finora?

Ciò che importa di più, specialmente in questo lavoro, è la conoscenza di per sé. Un vero esperto è qualcuno che ha dedicato tempo per imparare a conoscere bene il suo proprio settore. Per il resto, la vita è bella con i suoi alti e bassi – fa tutto parte del viaggio.

 

http://www.thepoolnewyorkcity.com/artists/

 

Immagine di copertina: Adam Meredith

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