Anatomia di un soldato

 

Vivevo nel suolo. Le mie spore esistevano ovunque nella materia vegetale in decomposizione dentro la terra bruciata dal sole.

Successe qualcosa che mi fece ritrovare improvvisamente dentro di te: che mi fece saltare in aria insieme al terriccio ed entrare sotto la tua pelle, varcando la barriera fisica che avrebbe dovuto tenere fuori l’esterno. Fu un istante che ti compromise definitivamente.

Ero dentro la tua gamba, penetrato in profondità in mezzo alla carne lacerata e sconvolta. Vissi lì per una settimana e avrei voluto mettere radici, ma non era facile. Alcune delle mie spore vennero lavate via insieme alla sporcizia delle tue ferite, altre vennero recise insieme ai tessuti necrotizzati e altre ancora furono distrutte da un raid dei tuoi globuli bianchi.

Sopravvivevo a fatica.

Però non si accorsero di un piccolo ematoma che si era formato attorno a un grumo di fango dentro il polpaccio. Era un ambiente anaerobico in cui potevo prosperare, e cominciai a far presa. Il tuo sangue era mescolato a quello di altre otto persone, quindi il sistema immunitario era debole e non riuscì a contrastarmi; ci furono ripetuti assalti al tuo corpo, e l’anestetico ogni volta ti debilitava.

L’equilibrio cambiò. Tu deperivi e io prosperavo. Ormai eri il mio organismo ospite.

Mi diffusi nel tessuto ipossico e devitalizzato della gamba. Ti feci venire la febbre e senza farmi vedere ti divorai da dentro, sconfiggendoti. Ti feci rimpiangere di essere sopravvissuto.

Un mio campione fu estratto e messo a coltura in ambiente controllato. Mi identificarono come uno zigomicete.

Io sarei sopravvissuto e tu no.

Ti stavo facendo morire, e a quel punto sarei morto anch’io. Ma non avevo scelta, solo l’oblio. Dovevo resistere e per farlo ti avrei consumato.

 

 

 

Harry Parker (Regno Unito, 1983 -), da Anatomia di un soldato, Edizioni Sur, 2016 (capitolo 9)

 

Per comprare il libro: http://www.edizionisur.it/catalogo/bigsur/anatomia-un-soldato/

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