Anton Obshta, performer

A 14 anni il primo incontro con la poesia, un libro a scuola – poeti ucraini.

Più o meno quindici anni dopo – con una carriera di studi nelle scienze e dopo un cambio di paese – la musica diventa la sua prima passione e la coniuga con la poesia, pubblicando tre capitoli di ‘Album with Poets’ che colleziona le letture di poeti del XX secolo e le sue composizioni sonore.

Ogni capitolo è dedicato a un genere, riferendosi a una precisa distribuzione geografica, linguistica e ovviamente ad uno specifico periodo del secolo scorso.

Ciò che interessa veramente ad Anton in questo progetto è la voce reale degli autori che leggono le loro creazioni che lui accompagna con un tappeto sonoro radicale e veramente nuovo, prettamente elettronico, assemblato e rimasterizzato.

Con la vita e la storia di Anton, inauguriamo una nuova serie di biopic di persone di questo mondo – performer che potete ‘prenotare’ ovunque vi troviate per i vostri momenti speciali o quando desideriate immergermi in ogni genere di arte con un forte legame con la parola scritta.

Come già accaduto molte volte in passato, spesso sono i nostri lettori a suggerire storie da raccontarvi: è il caso anche di questa che vi apprestate a leggere. Che, in particolare, ha attraversato due volte il globo ed è gemmata nelle sale di un museo europeo dove un amico di Slow Words, il designer australiano Adam Meredith, ha incontrato Anton e ha pensato che potessimo essere interessati al suo lavoro.

Corretto! Grazie Adam!


La tua vita in poche righe

Ho 29 anni sono di Kiev (Ucraina), ho studiato scienze in Francia dal 2014 e da allora vivo e lavoro qui.

Sono per passione un musicista, ma in realtà ho studiato fisica e ingegneria del suono.


Perché la Francia?

‘Davvero complicato’….no scherzo, è stato per una storia d’amore, ho seguito la mia fidanzata che ha iniziato a studiare qui e semplicemente mi sono trasferito. Durissima…se vuoi (non potevo certo trasferirvi il tono ironico di questa risposta: ovviamente scherza. Questa intervista è avvenuta via Facetime e questa domanda lo ha divertito)


Cosa pensi di Parigi?

Di sicuro ho un punto di vista differente da te: un paese meraviglioso ma da migrante è molto complicato iniziare qualcosa qui. E’ invece il luogo più interessante per gli artisti e per i creativi in genere. Un luogo meraviglioso dove stare, quindi.


La tua relazione con la musica? Sei più un compositore o…

Sono da solo quando creo in questo campo e produco tutto io dalla A alla Z. Per esempio in Album with the Poets scrivo, registro, produco il suono. 


Come è nato questo progetto? Scrivi anche poesia?

Sì, un pochino ma il progetto è nato soltanto per il mio amore verso la poesia.

Sono sempre stato tanto toccato da questa forma d’arte e penso che abbia il potere di cambiare un sacco di cose.

Per gli Albums ho scelto ovviamente poesie che mi piacevano, ho cercato di tradurle in musica e tutto è nato da lì. Quando ho iniziato non ho mai pensato che potesse diventare una collezione di tre album. Solo dopo aver composto tre brani, ho capito potessi trasformarlo in un vero progetto pronto per il pubblico e non soltanto in un mio divertissement.


Cosa ci dici della scelta dei poeti? E’ molto vasta e quindi sembri aver interessi diversificati in materia. E sembri parlare molte lingue…

Cerco anche se non è facile. Con la poesia spesso ‘ascolti’ i componimenti per la musica che contiene il linguaggio e non solo per il suo senso reale, intendo il significato delle parole in un verso – questo è l’interesse più grande che vi ho trovato.

Spesso il linguaggio poetico mi appare come una lingua internazionale. Non hai davvero bisogno di capire ogni dettaglio per coglierlo nella sua interessa ma nonostante ciò cerco di leggere e tradurre (o cerco di leggere poesie già tradotte in inglese e francese) per comprenderle meglio e per studiare le diverse declinazioni del linguaggio letterario.


La scelta del media musicale con la poesia letta dai suoi autori non è solo una tua passione, forse. Pensi magari che la lettura ‘tradizionale’ di una poesia sia sorpassata o un po’ troppo noiosa da essere offerta al pubblico così com’è?

Assolutamente no, deriva solo dalla mia passione per la composizione e l’esecuzione musicale. E anche perché il ruolo della poesia, il significato ed il suono di essa si trasfonde nella musica e viceversa.

La mia tesi di master era proprio sullo sviluppo di questo argomento: la poesia aggiunge (e informa) una dimensione altra di uno spazio sonoro: la poesia è essa stessa, per me, un’altra linea melodica nella composizione.


Ti è già capitato di imbatterti in performer che siano d’ispirazione nello stesso solco in cui ti muovi, intendo mischiando letteratura e musica come te?

Non penso di aver avuto un’idea primigenia ma allo stesso tempo non posso dirti di aver trovato parecchi esempi – d’ispirazione o meno – che lavorano sullo stesso solco. C’è un sacco di buona musica in giro, un sacco di registrazioni di reading con la voce originale dei poeti oppure reading eseguiti variamente dal vivo con poeti d’oggi. E’ facile quindi trovare qualcosa come la mia.

Sono stato molto ispirato da ottimi scrittori che hanno scritto poesia per la musica e ottimi compositori che hanno usato ottima poesia per i loro lavori. Come Benjamin Britten con Songs and proverbs of William Blake, Robert Wyatt con Rock bottom, Earl Sweetshirt. 

Potresti trovare ottima poesia nella musica di Sixto Rodriguez, per esempio in Cold fact. Ed in molti grandi cantautori degli anni 70 come ad esempio Bob Dylan ed altri che furono anche più famosi di Rodriguez.


Conosci Laurie Anderson? Ti piace?

Onestamente, non la conosco.

Hai ragione, è molto più un genere per cercatori della mia età.

E’ stata davvero una antesignana della poesia per formativa e – nella musica – una delle compositrici minimal che restano insuperate (ascolta il suo O Superman e fammi sapere cosa provi), può anche essere definita un’inventrice di strumenti che spesso si autocostruiva come certi violini aumentati ed altri. E’ anche, di recente, una regista. E’ la vedova di Lou Reed, di cui è stata la musa e la compagna per decenni.

Secondo me è una delle performer d’avanguardia di spoken poetry ma la sua combinazione unica di parole e suono l’ha fatta scegliere di definirsi una cantastorie.

Cosa pensi invece di Kate Tempest?

Oh, sì, l’ho ascoltata qui in Francia con altri amici musicisti e compositori che l’amano molto. 

Non lo so, ancora. Non è comunque quel che cerco in termini di musica e spoken poetry.


Il pubblico ideale per i tuoi ‘Album with the Poets’?

Immagino sia più composto da amanti della letteratura e della poesia che da amanti puri della musica.


Ti manca Kiev?

Tantissimo. Ma è completamente normale avere questo tipo di sentimenti. Quando c’è distanza tra te e le persone e le scene, ti mancano.


Cosa pensi Parigi ti doni come cittadino e cosa pensi di darle in cambio?

Parigi mi ha preso un sacco di esperienza da un altro punto di vista. Il linguaggio e soprattutto i percorsi logici differenti: questo necessita tempo ma spero di poter prendere qualcosa dalle persone che hanno costruito questa città.



Il libro con te in questi giorni?

Ho appena finito L’Evoluzione Creativa di Bergson.



La musica con te che non sia la tua che ascolti felicemente in queste ore?

Mi piacciono molto i compositori di Minimal degli anni 60 e 70 e proprio di recente ne ho scoperto uno molto interessante e lo ascolto molto: Arthur Russell.



Che impatto reale hanno i gilet jaunes nella tua vita quotidiana – dato che spesso ti muovi per lavoro (ed anche i tuoi sentimenti come cittadino)?

Non vorrei sembrare ipocrita ma per me non giocano un grande ruolo: peraltro non conosco molte persone che hanno condiviso le loro proteste ed il loro non è veramente il mio punto di vista. Certo, per la società sembra un gran movimento. Quel che sembra importante dal mio punto di vista è che dal primo momento in cui i gilet jaunes hanno iniziato veramente a far casino, il potere politico francese ha iniziato a parlare di nuovo con le persone. Ed è probabilmente la prima volta che accade da molto tempo.



Dove ti aspetti di essere tra dieci anni? La tua destinazione ideale o qualsiasi cosa ti attraversi la mente con questa domanda…

Desidero molto occuparmi dei miei progetti. Spero di iniziare presto e spero anche che tra dieci anni non sia più vecchio di dieci anni prima.



Penso tu sia già sul percorso giusto allora per questo ultimo auspicio! Cosa pensi di aver compreso sin qui della tua molto giovane vita?

Le persone che amo, le cose che faccio. Ho imparato che fa bene essere con le persone che ami e fare ciò che desideri.

(immagine di copertina: Shura Rusanova)



Album with the Poets:

1° capitolo https://soundcloud.com/tideland/vual?in=tideland/sets/album-with-the-poets

2° capitolo https://soundcloud.com/tideland/frost?in=tideland/sets/albumwiththepoets

3° capitolo https://soundcloud.com/tideland/gebet?in=tideland/sets/dada

Per comprare il terzo capitolo:

https://thetideland.bandcamp.com

Lascia un commento