Anton Emilio Krogh, avvocato e scrittore

 

La sua vita in poche righe, proprio da dove comincia per finire a dove si trova ora

Le rispondo estrapolando una frase dall’inizio del mio libro (ne pubblichiamo il primo capitolo:

“Ero un magnifico bambino biondo caduto come una piuma nella culla di una ricca famiglia borghese, padre napoletano e mamma siciliana, all’inizio del boom economico in Italia….”

E adesso dopo cinquant’anni più o meno sono qui su un’Alta Velocità Napoli-Roma a raccontarle di me e della meravigliosa avventura di “Come me non c’è nessuno“.

Meglio di così, quasi quasi mi sembrerebbe una favola se solo le favole esistessero. Anche se ogni favola racchiude i suoi momenti bui, proprio come ogni vita.

 

Un particolare periodo della sua vita è diventato una autobiografia sognante e delicata, che al contempo traccia – consapevolmente ed acutamente – anche un ritratto di un’epoca speciale fatta di importanti cambiamenti nel nostro paese. Ci racconta la gestazione del libro e cosa  l’ha gratificata di più nel crearlo?

Il libro è nato per caso, come spesso le cose più belle della vita.

Ho preso consapevolezza di un’infanzia ed una giovinezza vissute in decenni che con gli occhi di oggi appaiono irreali. Gli anni ‘60 prima da bambino e gli anni ‘80 poi da ventenne, hanno lasciato in me segni indelebili soprattutto in termini di emozioni, sogni, passioni, colori di vita, perché sono stati anni di fermenti, creatività, novità sotto ogni punto di vista. Era l’esplosione di tutto e specialmente di una grandissima gioia di vivere. E così un giorno ho deciso di raccontare e di raccontarmi, di riavvolgere il nastro della memoria e tornare indietro a quel momento in cui come una “ piuma” cadevo in una morbida culla a Posillipo. Ma poi c’erano anche la malinconia e i momenti bui che tutti i bambini e gli adolescenti inevitabilmente  hanno nel loro percorso di vita alla ricerca di una giusta collocazione nel mondo. E così ho raccontato anche quelli, e mentre Anton il protagonista del libro cresceva tra gli alti e bassi della vita, sempre accompagnato dai suoi sogni, anche il paese e il mondo tutto cambiavano.

 

Quali sono stati i suoi compagni di strada fisici ed immateriali nella scrittura?

Un computer, i miei sogni, la musica senza la quale non riesco a scrivere. Del resto se la immagina una vita senza musica? Come un film senza colonna sonora.

 

A quando il prossimo duetto con le pagine da scrivere?

Forse a breve, forse mai, chissà ….

 

Lei come lettore: luoghi, tempi, metodi

Leggo la sera a letto, mi distende e rilassa enormemente. Se il libro mi prende molto c’è il rischio di fare piacevolmente le ore piccole, se il libro è un po’ meno avvincente mi consegna delicatamente  a Morfeo  E poi amo leggere in estate in spiaggia steso su un comodo lettino e rigorosamente all’ombra.

 

Si divide tra più città italiane, quale sente più sua? E cosa da’ e cosa riceve da questa città?

Vivo molto tra Napoli e Roma ma con continui spostamenti per lavoro anche in altre città  e una fuga appena posso nella città del cuore che per me è Palermo. La città di mia madre, dei miei ricordi adolescenziali a casa di una nonna amatissima, di periodi intensi e pieni di grande calore affettivo. Perché l’amore e l’accoglienza dei siciliani non conoscono  rivali.

 

Un talento che ha, uno che le manca

La mia amata zia Adriana, che nel libro ho chiamato Eliana, di fronte alla mia passione ed energia nell’organizzare ogni tanto dei party e comunque con riferimento al mio carattere estremamente socievole, diceva sempre che tutto questo era un “talento“. Ecco, mi colpì questa sua considerazione e siccome era una donna di grande sensibilità e attenzione verso gli altri ho finito col crederci.

I talenti che mi mancano invece sono davvero troppi per elencarli!

 

Cibo e bevande preferiti?

Le vongole e il parmigiano, due alimenti senza cui non potrei vivere!

Il  succo di mela, mi ricorda la Londra degli anni ‘80 e un periodo che mi cambiò la vita per sempre.

 

Cosa ha imparato sin qui dalla vita?

Mai avere certezze e  sognare sempre.

Se un sogno non si avvera saremo più fortunati con il successivo. Perché “I miracoli accadono a chi ha il coraggio di fare richieste irragionevoli“, e senza sogni non è vita.

E ogni tanto mi ripeto anche che “nessuna utopia durerà per sempre” come mi fu detto da ragazzino.

Il senso di questa frase è fortissimo, perché ci dice che alla fine tutto cambia.  I momenti bui passeranno e i momenti luminosi si alterneranno in quel gioco unico, meraviglioso e irripetibile che è la vita.

D’altronde non abbiamo alternative a questo pensiero se non rinchiuderci in un pessimismo cosmico. E allora, sinceramente, preferisco sognare e cercare di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, almeno fin quando uno ce la fa!

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