Tamburellate sulla vostra batteria, picchiate sui vostri banjo,
singhiozzate sui lunghi fantastici avvolgenti sassofoni,
avanti così, O jazzmen.
Fate risuonare le vostre nocche sui fondi delle felici
lattine, lascia che i vostri tromboni trasudino, e fate husha-
husha-hush con la scivolosa carta vetrata.
Gemete come un vento d’autunno, alto tra cime solitarie degli alberi,
gemete dolcemente come se voleste qualcuno terribilmente, piangete come
un’auto da corsa che scivola via da un poliziotto in motocicletta, bang-bang!
Voi, jazzisti, picchiate tutti insieme i tamburi, i piattelli, i banjo, i fiati,
le lattine – impersonate due persone che combattono sulla sommità di una scalinata
e graffiate gli occhi di ciascuno in un abbraccio mentre rotolate giù
per le scale.
Può una cosa grezza…ora un battello a vapore sul Mississipi corre
sull’acqua di notte con un hoo-hoo-hoo-oo . . .e le lanterne
verdi invocando le alte morbide stelle …una luna rossa cavalca.
Avanti così o jazzmen.
Carl Sandburg (1878-1967), da Smoke and Steel, Harcourt, Brace and Howe, New York, 1920