Maitha, manager

La sua storia in 10 righe 

Sono cresciuta in una grande casa ed in una grande famiglia di nove membri. I miei antenati sono originari dell’Emirato di Sharjah (Emirati Arabi Uniti). Sharjah è un simbolo – di cultura, di rivoluzione intellettuale ed architettonica – ed è famosa per il suo ruolo di sostegno alle arti visive. Promana anche valori culturali molto sentiti, riesce a creare un’identità che ben si armonizza con le origini islamiche e l’eredità storica, ma anche con la contemporaneità e l’apertura alle culture più diverse. Sono nata a Dubai e ho vissuto, sinora, tutta la mia vita in questo incredibile contesto. Anche se viaggio spesso, non posso neanche immaginare di chiamare casa una qualsiasi altra città. Anzi, non posso stare lontana da casa per più di due settimane. Le mie esperienze di studio hanno sicuramente formato quella che poi è ora la mia vita professionale, di sicuro lo ha reso possibile la mia famiglia e il posto dove sono cresciuta.

Mi considero molto fortunata, sono stata cresciuta in una casa con due modelli genitoriali diversi: un uomo dell’esercito ed una madre che ha insegnato per venti anni. La professione di mio padre riflette anche il modo con cui lui ha cresciuto la famiglia, con un’attenzione particolare alla disciplina.

Mia madre era un’insegnante e mentre crescevo mi riferivo constantemente a lei. Mi ha mostrato che il suo lavoro consiste nell’ispirare e nell’educare le giovani generazioni, quindi decisi di insegnare anche io e ho studiato inglese per insegnarlo qui nel mio paese, in particolare nelle scuole pubbliche e a studenti con particolari necessità.

I miei nonni erano molto noti nella ricerca delle perle ed anche questo mi ha insegnato molto. Attraverso le loro esperienze, ho potuto apprendere la virtù della pazienza. Trovare le perle è un lavoro completamente differente dal pescare o da qualsiasi altro, devi aspettare per giorni o anche per settimane fino a che non trovi la perla giusta, ma quando l’hai trovata allora significa molto. Tutto questo mi ha insegnato che nella carriera, e nella vita in generale, bisogna saggiamente attendere opportunità migliori.

Quando mi sono laureata, il mio principale obiettivo era lavorare per la comunità e dare indietro quello che avevo ricevuto. Così ho speso un anno a lavorare in una scuola pubblica e anche a fare volontariato per bambini disagiati prima di lavorare nel business della comunicazione con uno dei più grandi sviluppatori immobiliari nella regione, TECOM Investments. Qui mi sono occupata di dirigere l’ufficio di pubbliche relazioni ed i diversi Business Park: dal marketing alle attività strategiche di relazioni pubbliche.

 

Una donna dietro il processo di internazionalizzazione del primo distretto del design di Dubai (d3) dopo l’onda lunga della crisi che ha colpito il vostro settore immobiliare. Ci può dire quali società si aspetta comprino od affittino nel distretto?

Il ruolo di d3 è quello di catalizzatore per la crescita dell’intera comunità creativa della regione. A Dubai esiste già una scena del genere, molto fiorente, ma per essere vista come originale e d’ispirazione occorre un hub, come d3, che offra più servizi per tutti quei talenti, incredibili, che emergono qui, negli Emirati. Vogliamo aiutare creativi ed aziende innovative a realizzare i loro sogni e soprattutto raggiungere un pieno potenziale. Vogliamo anche dare alla comunità internazionale del design un assaggio di quello che Dubai ha da offrire nel mondo del design, che è tantissimo!

Una volta finito, d3 sarà una piattaforma straordinaria che ospiterà anche compagnie internazionali che desiderano avere una sede qui per incrementare il loro mercato nel Medio Oriente. Stiamo creando una destinazione dove sia i grandi marchi sia i talenti emergenti possano convivere, fianco a fianco, ed imparare gli uni dagli altri. Ispirarsi ed avere un luogo, questo è molto importante, dove vivere, lavorare e divertirsi.

Alla fine, attraverso d3, vogliamo collaborare a raggiungere quella che chiamiamo la Vision 2020 di Dubai, cioè attrarre venti milioni di visitatori e 300 miliardi di AED (Dirham) all’anno solo dai ricavi del settore turistico.

 

Un traguardo importante per lei come manager e uno come donna?

Essere parte di un progetto imprenditoriale veramente nuovo ed esserci sin dalle prime battute: è stata la sfida più importante di tutta la mia carriera sino ad ora. Ma è stata anche un’opportunità. Parliamo con così tante persone dell’industria del design perché lavoriamo per creare un luogo che possano amare; mi ha sorpreso quanto entusiasmo e interesse abbiano espresso e non possiamo deluderli! Quindi, per ogni traguardo raggiunto, mi sento orgogliosa. C’è ancora molto molto da fare, da imparare ed un sacco di durissimo lavoro ma al momento sto facendo un fantastico viaggio, pieno di passione.

 

Che incontri fa al lavoro?

Ogni volta una nuova sfida, momenti positivi e meno positivi, ma ogni nuovo giorno lo affronta con la mente fresca e gli occhi aperti. La cosa più bella di ogni mio giorno è passare 30 minuti con la mia nipotina prima di andare in ufficio. E’ la mia fonte di gioia, mi dona energia e forza per l’intero giorno.

Mi piace incontrare persone che non conosco, imparare da culture differenti, da lingue e provenienze altre. Il mio lavoro, ed in particolare il fatto che vivo a Dubai, mi concede questa incredibile, enorme opportunità. Di cui sono immensamente felice.

 

Cosa le dà la sua città e cosa invece lei dona a lei?

Guidare tutti i giorni per andare a lavoro e vedere lo skyline mozzafiato di Dubai mi rende orgogliosa di tutto quello che stiamo creando. Il traffico, i nuovi palazzi, e tutto quanto nasce mi fa ricordare quanto già ci siamo lasciati indietro.

Dal nostro ufficio possiamo vedere uno scorcio particolare del Design District, da cui capisci cosa sia stato costruito qui negli ultimi 20 anni. Se guardi allo skyline di altre grandi città come New York o Berlino, non vedi tutti quei cambiamenti che invece abbiamo avuto qui in 20 anni, quando l’unica cosa che avevamo in questo posto da cui ti parlo era solo un edificio, il World Trade Center. Siamo una città molto ambiziosa e quindi raggiungiamo traguardi molto più velocemente di altre. Abbiamo imparato ad esserlo perché abbiamo una governance che ci ispira, che guarda sempre ad avere il meglio. Quindi ci sentiamo tutti parte di questa vision, ecco perché io lavoro per questo tutti i giorni.

Questa città è dove le persone realizzano i loro sogni, dato che io lavoro per questo progetto in d3, mi sento parte di un altro piccolo pezzo di futuro qui: creare e sviluppare una comunità di designer ed aziende. E’ certo una grande responsabilità, ma è proprio questo che mi fa felice.

 

La sua passione culinaria?

Mi piace cucinare al forno e preparare i dolci, in particolare. Facendo un dolce mi sembra di poter aggiungere molto di più del mio tocco ed essere più creativa, certo anche perché è difficile sbagliare a cucinarli. Significa anche che alle volte ho bisogno di staccare dalla vita d’ufficio e farmene una fuori! Questa in fondo è la vita creativa: si trova ovunque e non è mica imprigionata in un orario di ufficio dalle 9 alle 5.

 

Il suo drink preferito?

Caffè arabo, per forza! Ecco perché è il mio inizio di giornata. Se non l’hai mai provato, dovresti.

 

I libri e la musica con lei in questo momento (e su che genere di tavolo sono poggiati)? 

Di solito leggo un sacco di libri, ma adesso che sono più occupata al lavoro cerco di iniziare o di finire la mia giornata con un blog di design ed uno di moda. E’ qualcosa di rapido e mi da anche una sorta di istantanea su quel che accade nel mio campo, cambia così rapidamente che occorre restare informati – leggerli è anche una passione per me, quindi non mi pesa.

 

Un posto dove le è riuscito di vivere lentamente se le è accaduto? 

La casa di campagna della mia famiglia, che è fuori città: un posto fantastico per questo. Spazi verdi, natura, il cielo ma anche un pezzo di deserto: una combinazione unica. E’ dove passo i miei week end al sole.

 

Un talento che ha e uno che le manca?

Scrivere è forse uno dei miei veri talenti, ma è anche quel che non riesco a fare. Mi manca, è stato una grande parte della mia vita. Scrivo ogni istante in ufficio ma per motivi e scopi differenti, per il momento. A parte la mia passione per il design, il mondo letterario mi ha ispirata sempre moltissimo sia come (avida) lettrice sia come scrittrice – ho scritto libri per bambini pubblicati nel 2009.

 

Cosa ha imparato sin qui nella vita? 

Un sacco di cose, sia quando ero piccola e crescevo sia più recentemente lavorando per il Design Dubai District. Potrei in qualche modo sommare tutto quello che ho imparato così: lavora duramente e non smettere un solo momento di raggiungere mete, perché ci sono sempre maggiori opportunità dietro l’angolo da cogliere!

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