La scriverò
questa nostra storia
per leggerla di sera
davanti al mio fuoco
che divora tremiti
d’attesa.
La sentirò al risveglio
che odora di bambini paffuti
lontani e ignari
della tua dolceezza, preludio
d’ossessione.
La ricopierò
incastrandola
in capitoli senza
numeri e pagine
infinite.
La canterò ai venti di ottobre,
della fuga mesta del sole
verso la terra;
al mare di mattina,
che mi assale
con i suoi semi di sale
e vorrò gridarla ancora
attraverso il cuore di
tutte le notti,
svegliando
gli uomini soli
che dragano la città
cercando il nostro tesoro.
Ricorderò i miei passi incerti,
le pause e gli ardori e le urgenze,
il tuo alito caldo mentre
assali il mio corpo, e
avrò bevuto la luna che ti
attraversa lo sguardo.
Spierò i gatti solitari
e vedrò te che
illumini la penna e
il foglio colmo di
grafie sconesse.
E di nuovo esploderà
la notte che ci divora,
senza che nulla ci possa scontare
immani attimi di dolore.
La scriverò, io,
angelo dannato*,
per rubarti l’inchiostro,
per vedere ancora le tue dita
toccare la mia pelle.
La canterò tra i sussulti,
senza fiato,
così che nessuno mai ne comporrà
la fine.
Diana Marrone, Storie Mute, 1992
*P.V. Tondelli, Camere Separate, Bompiani, 1989, cit.
2 risposte a “Poeta Giorgio”
Sergio Riccio
versi fatati, inaspettati. grazie
admin
Grazie Sergio. La tua sensibilità ci incoraggia.