Quasi (vero) inverno

Scroscia, con la lacrima rossa a modo

della candela sbordata sul marmo

sottomesso alla pioggia d’autunno

Fuori, il tempo dell’inverno stinto

 

L’acqua non sorseggiata si impolvera

sul tavolo annerito dal fuoco.

I miei occhi, schermati dall’assenza

di un respiro regolare nel letto

 

Sfatto, e sguarnite le voglie stanche,

imbusto il mio corpo e le traiettorie

sfrontate che mi centrano negli occhi

aperti nell’attesa del vero inverno

 

E le coperte non sanno, avvolgono

le gambe arcuate sotto il peso morto

di un piumone orfano delle labbra

che mi avvolgevano a soffi scolpiti

 

Screpolati, i pensieri srotolano

dubbi a forma di novella accorta;

non tremo neppure, sfibrato piano

da incrostazioni del tempo sfinito.

 

Paolo Graziano

 

Copertina: Atto Sospeso, di Stefania Bonatelli

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