Simone Rubino, percussionista

 

Completamente conquistata da un fraseggio di percussioni soliste che sembrava senza fine – all’interno della composizione Tears of Nature di Tan Dun (Leone d’Oro alla Biennale Musica di Venezia 2017) – mi sono precipitata a incontrare il giovanissimo interprete dietro a tutto questo, perché era troppo fuori dal comune per non saperne di più all’istante.

Il suo cognome (Rubino) dà il colore alle sue scarpe e a tutte le punte delle bacchette per tamburi, tantissime, che lo circondano – le sue maniere sono quietissime e timide, mentre il suono che genera è tuono e tempesta. La sua mamma lo ama pazzamente e così anche il compositore (e nel caso del mio ascolto anche direttore d’orchestra) cono-americano Tan Dun: amore con un sacco di rispetto per il suo enorme talento.

Simone Rubino quella sera ha regalato 20 minuti di meraviglia in cui un corpo minuto suona con maestria tutto quel che ha circondato da centinaia di percussioni convenzionali e non – incluso pietre, carta, ceramica – spesso usando il viso o altre parti del corpo come superficie che produce suono. Mi ha detto che di questo grande pezzo ha avuto una prova e lo studio risale all’anno prima….

 

La tua (davvero giovane) vita in poche righe, iniziando proprio da quando (e dove) nasci

Sono nato a Chivasso nel 1993 da una famiglia di musicisti.

Ogni giorno la musica era presente, anche a tavola 😉

Suonavo ovunque io fossi e sopratutto l’ambiente che mi donava più ispirazione era la cucina, dove scoprivo un’infinita di suoni molto interessanti.

 

 

Il tuo modo di suonare le percussioni assomiglia all’arte di un plasticista (nell’architettura) o di uno scultore (nelle arti visive). E’ come se accompagnassi il suono che forgi sempre al suo prossimo stato. Perché, in fondo, per te la musica no è solo uno stato mentale ma anche un vettore di energia. E’ per questo che hai scelto le percussioni? Fare questo ti era possibile solo in questo ‘ruolo’ d’orchestra – anche se sei un solista rinomato?

Esattamente, per me musica è energia, temperamento ma allo stesso tempo sensibilità, intimità. Musica è comunicazione ,attraverso di essa si possono esprimere così tanti stati d’animo, mi verrebbe da dire che la musica addirittura è medicina.

Senza il suono probabilmente questo mondo e noi umani non potremmo esistere.

Musica è anche movimento, ritmo. Il nostro cuore stesso ha un ritmo costante.

Ma ancora più alla radice di tutto direi che la musica è vita!

 

 

Chiaramente vivi per la musica…ma è sempre stato così oppure fantasticavi anche di fare altro per un attimo in precedenza? Ci descrivi il tuo primo incontro con il pubblico e che cosa hai provato? Che relazione hai con il tuo straordinario talento?

E’ un matrimonio perfetto o una relazione complicata?

Sin da quando era piccolo avevo la passione per la musica, è probabilmente un dono innato.

La prima volta davanti ad un pubblico mi sono veramente sentito a mio agio.

Potevo esprimere le mie emozioni.

Ho scoperto finalmente il mio vero linguaggio.

Del mio  talento ne sono cosciente e ho molto rispetto a riguardo.

Curo molto il mio corpo per ottenere il massimo dell’energia e della vitalità.

 

 

Sei sempre in viaggio: dall’Italia alla Germania, agli Stati Uniti e oltre (e recentemente hai eseguito una indimenticabile The Tears of Nature alla Biennale Musica di Venezia, autore il Leone D’Oro Tan Dun). Torino, in fondo al tuo cuore, resta ancora la città d’elezione? In generale, cosa pensi di dare alla tua città e cosa pensi che lei ti restituisca?

Sicuramente lo è.

Suono diverse volte ogni anno a Torino cercando di motivare le persone e di aprire la musica classica a tutti, soprattutto i giovani.

Gia il fatto che Torino mi dia questa grossa possibilità è per me una ragione di grande gratitudine.

 

 

Cibo e bevanda preferiti?

Pesce alla griglia e smoothie al mango 😉

 

 

La musica con te quando non lavori e ascolti qualcosa per ‘puro piacere’ se questo ha senso nella tua vita?

Ed il libro che stai leggendo adesso?

Molto spesso ascolto musica operistica, musica sinfonica ma anche jazz.

Uno dei miei autori preferiti è Frank Zappa.

Il libro che sto leggendo ora è Un nuovo mondo di Eckart Tolle.

 

 

Forse è troppo presto per chiederti cosa hai imparato sin qui dalla vita (una domanda che facciamo sempre alle nostre ‘persone di questo mondo’). Sei libero di rispondere se ti va, desidererei anche sapere dove ti vedi tra dieci anni da ora…quando sarai solo un trentaquattrenne..

Finora ho imparato dalla vita che più si è “Coscienti e Consapevoli” più si può trovare la pace interiore, la nostra vera essenza.

Penso sia il vero successo della vita riuscire a raggiungerlo e penso che non solo sia un ottimo traguardo da raggiungere nei prossimi 10 anni ma addirittura per tutta la vita…

 

 

Simone Rubino a Santa Cecilia

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