INFANZIA
I
Questo idolo, occhi neri e crine giallo, senza parenti né corte, più nobile della favola, messicano e fiammingo; il suo dominio, azzurro e verzura insolenti, si stende su spiagge nominate, per onde senza vascelli, dai nomi ferocemente greci, slavi, celtici.
Sull’argine della foresta – i fiori di sogno tintinnano, scoppiano, lampeggiano – la fanciulla dalle labbra d’arancio, le ginocchia incrociate nel limpido diluvio che sgorga dai prati, nudità che ombreggiano, attraversano e abbigliano gli arcobaleni, la flora, il mare.
Dame che girano sulle terrazze vicine al mare, fanciulle e gigantesse, superbe negre nel muschio verdegrigio, gioielli ritti sul suolo grasso dei boschetti e di giardinetti sgelati – giovani madri e grandi suore dagli sguardi pieni di pellegrinaggi, sultane, principesse dall’incesso e dai costumi tirannici, piccole straniere e persone dolcemente infelici.
Che noia, l’ora del «caro corpo» e «caro cuore»!
Arthur Rimbaud (Jean Nicolas Arthur Rimbaud, Francia 1854-1891) da Les Illuminations, 1873-1875
Con questo poema in prosa, selezioniamo un’opera d’arte in fieri di Anne e Patric Poirer in costruzione a Palazzo Butera, Palermo, una magione vicino al porto riaperta nel 2018 grazie al restauro (e alla collezione d’arte) di Francesca e Massimo Valsecchi (foto Diana Marrone)