Senza toccarla, distendo i solchi sulla fronte
poi salgo verso i capelli
un mazzo di fieno croccante
li sbroglia e li accarezza
rilasso ogni poro dei centimetri sferici del cranio.
Da dietro, stendo gli occhi chiusi e vacui.
Il nero blu del loro niente mi riempie il cervello senza più parole.
La pupilla riposa in un lago di melassa senza tono
le guance perdono gravità,
la bocca si socchiude,
la lingua non tiene più il conto dei respiri e delle sillabe: riposa.
Verso il collo incontro resistenza e la spedisco fuori dalla nuca.
Il collo raggiunge le pupille e annega in quel lago immoto di melassa.
Non un fremito, non un movimento; i palmi delle mani guardano verso l’alto persi nella pace, insieme alle braccia, stese ed inerti.
Il mio addome e il bacino sono abbandonati e leggeri, li lascio perdersi nel vuoto immaginario
di una riserva d’acqua blu sui monti che scorgo nei ricordi.
Galleggiano perpetui, senza attriti,
la mia presenza su questa terra adesso è lieve.
Sono acqua blu senza residui.
Il ghiaccio del cuore si scioglie, il viaggio del pensiero può avere inizio.
Non avere fretta e non chiedere direzioni, procede senza meta.
Diana Marrone (Napoli, 1973 – ) – inedito