Poema per un verso di Shakespeare

(…)

 

«Finito un ciclo di rapporti ideali, una storia,

è così che sempre si difende un’anima:

facendo gloria della propria sconfitta.»

«Ma per un’anima bisogna avere la pietà

che si ha per un bambino, un animale,

una creatura che si aggira sola

per la terra. Non si condanni un’anima

se compie queste piccole mistificazioni

grandi come tutta la storia dell’uomo!

È per difendersi… Non sapete? Proprio

insieme al Barocco del Neo-Capitalismo

incomincia la Nuova Preistoria.

E le anime, povere innocenti,

obbediscono all’antico meccanismo:

si rifugiano dal mondo malvagio

in cima alle colonne degli stiliti,

e là compiono penose operazioni,

aggirando gli ostacoli, presentando

le proprie misere fughe come Ascesi,

le proprie paure come contemplazioni.»

«Il meno innocente degli uomini non può

dominare questi innocenti sotterfugi

dell’anima ch’è rimasta agli inizi del mondo,

e, credendosi libera come un cagnolino

dal suo padrone, cerca una ragione

per sopravvivere, alla fine del mondo.»

 

(…)

 

Pier Paolo Pasolini (Italia, 1922 – assassinio 1975) – un paragrafo tratto dal Poema per un verso di Shakespeare (ed. Garzanti, Gli Elefanti, 1999-2009) ISBN 978-88-11-66928-9

 

L’immagine di copertina è un ‘mobile’ di Bruno Munari visto a Milano (ph. Diana Marrone)

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