Miguel Bonnefoy, Parigi

La tua storia in poche righe – ci piace molto capire come hai fatto a relazionarti ad un padre che è anche uno scrittore…

La trasmissione del sapere inizia con il mimetismo. E quindi è per mimetismo che ho iniziato a scrivere. Mio padre, come mia madre, è stato un elemento essenziale dei miei inizi con la letteratura e la coscienza delle parole. Lui scrive in spagnolo, io in francese. Questa differenza linguistica ci aiuta ad avere editori (e pubblici) differenti. La sua scrittura è più asciutta, rapida, orientata alla sceneggiatura, più tendente all’azione qui ed ora. La mia è più barocca, metaforica, tendente all’ellisse. Ciò detto, anche se abbiamo una distanza strutturale negli stili, ci piacciono gli stessi argomenti, come tutti gli scrittori che si inseriscono nell’eredità lasciata da temi fondamentali – l’amore, la morte, il tempo che passa, la quiete della pienezza, etc. Ho imparato molto nel leggerlo e lui resta la prima persona a cui mando i miei manoscritti.

 

 

Il tuo primo, meraviglioso romanzo, pubblicato anche in Italiano con il titolo Il meraviglioso viaggio di Ottavio, è stato paragonato a Marquez, ma io ci vedo anche un amore sincero per la letteratura di viaggio alla Conrad. Avrai ancora bisogno di una residenza letteraria speciale per trovare la magia dove è inaspettata e, quindi, scrivere il secondo?

Sono stato invitato come scrittore in residenza tra Maggio e Giugno 2016, nello specifico a Villa Marguerite Yourcenar, a Mont Noir sul confine franco-belga, per concentrarmi sul mio secondo romanzo. Sono proprio un paradiso per me, le residenze. Lontane dalla capitale e dalle sue distrazioni, dagli eventi letterari, dai festival, dai salon: questi momenti di solitudine e silenzio mi permettono di canalizzare le mie energie su un singolo progetto e procedere più rapidamente. Occorre pianificarle, le residenze, preparando una libreria adatta all’oggetto di studio, stendendo un piano delle scene da sviluppare, essere pronti a non parlare con nessuno per due mesi, e tanti caffè…

 

 

Tu come insegnante: è sempre ancora la curiosità la prima cosa che vuoi dai tuoi studenti o preferisci l’impegno?

Sono stato professore di francese all’Alliance Française di Caracas per due anni. Insegnavo corsi di base, non di letteratura. Ma questo lavoro con giovani adulti mi ha aiutato a tornare ad alcuni elementi basi della lingua che sembravo aver dimenticato.

 

Ho letto che hai lavorato al Comune di Caracas per disegnare eventi. Dicci di più sembra fantastico!

Ho lavorato per uno degli uffici culturali del Comune di Caracas un tempo. Mi occupavo di organizzare eventi culturali mettendo in luce artistiche spesso rimangono nell’ombra. Ero solo uno dei producer di questi eventi, un modesto organizzatore, e il mio lavoro consisteva nel creare il calendario delle manifestazioni (teatro, musica, danza, presentazioni di libri, mostre) con lo scopo di presentare occasioni culturali gratuite al pubblico che così poteva approfondire lavori spesso sconosciuti ad un’audience generalista. Conservo ancora ottime memorie di quei giorni, dato che fu un periodo dove la diversità sociale e la diffusione culturale portarono il processo di cambio bolivariano ad espressioni umane e generose. E’ stata una grande avventura. I barili di petrolio erano venduti bene e i fondi pubblici erano cospicui. Questo ha aiutato il finanziamento di un’esplosione artistica i cui benefici si vedranno su molte generazioni future.

 

Che posto ha il teatro nella tua vita? Hai mai pensato di scrivere di teatro o di recitare?

Ha svolto un ruolo importante quando vivevo a Caracas. Il Teatro Municipale, diretto da Fundarte, mi aveva assunto per creare liason tra artisti, tecnici di teatro e la municipalità. Ho visto una serie di bellissimi spetacoli e ho potuto apprendere del funzionamento del teatro dall’interno. Non pensavo che tutte quelle esperienze potessero emergere sotto una forma più letteraria come accade nel viaggio di Octavio, dove il teatro diventa un personaggio in se’, fatto di ricordi, di memorie, di aspettative, misteri e ossessioni. Tutto questo mi ha permesso di mettere in scena la storia venezuelana.

 

Tu come lettore: che modi, che luoghi e che bisogni?

Leggo in maniera disordinata. Come molte altre persone, ho accanto al letto oppure sulla scrivania viaggi fatti di libri – recenti e vecchi, comprati o regalati, che dormono nell’ombra come roditori nel terreno. Ogni volta, in questo disordine, trovo il modo di fare ordine, relativo, che mi aiuta a strutturare le letture in funzione di quello che scrivo in un determinato momento. Se scrivo di pirati, leggo romanzi di filibustieri, corsari e bucanieri. Se scrivo su cercatori d’oro, leggo di attacchi, cacciatori di Tesoro e di leggende caraibiche. Leggere è parte del mio processo creativo come scrittore.

 

Che incontri fai nella tua routine lavorativa? Facci un ritratto di uno di questi…

Il successo di un libro risiede, a mio avviso, nell’ossessione e nella disciplina che ci infondi. Cerco di svegliarmi presto per non perdere le ore del mattino. In generale, rivedo le note prese la notte prima. Se ho viaggiato, in treno o in aereo, se ho letto e ho preso appunti, li includo nel corpo del testo così non ho bisogno di pensarci dopo. E dopo pranzo, leggo per raccogliere le informazioni con cui posso cibare il mio testo. E la sera, dopo cena, mi concedo lunghe riletture, molto accurate, dove cambio, faccio editing, riscrivo. Sono lento con lo studio del testo come lo è un orafo che lavora con l’oro.

 

E il più importante traguardo professionale tra i diversi e recenti eventi di successo che hai avuto?

Un anno fa, quando avevo il solo scopo di scrivere un libro, sono andato in corda ai piedi della più alta cascata al mondo. Non faccio trekking e non sono uno scalatore e neanche una guida alpina. Ho fatto tutto questo, un incredibile esercizio, solo in nome della letteratura. Penso che non dimenticherò mai questo viaggio.

 

E una cosa bella capitata a te come persona, di recente?

Scoprire che un lavoro in cui uno viaggia e scrive esiste.

 

Cosa ti dà la tua città e viceversa?

Oggi Parigi mi dà la tranquillità e ogni mezzo per scrivere. E le sono molto grato per questo. E’ difficile trovare una città dove calma, serenità e l’insieme dell’equilibrio cittadino permettano ad un individuo di studiare. La BNF (Biblioteque Nationale de France Biblioteca Nazionale di Francia) è, per me, un paradiso, un rifugio intellettuale. Parigi mi dà molto di più di quanto io le dia. Un giorno, magari, scriverò di essa, dei suoi ponti, delle sue strade, dei suoi misteri, mettendomi nel solco dei cinque secoli di odi per Parigi, riconoscendole un tributo con l’umiltà di un giovane autore che ama la letteratura come si amano le donne.

 

La tua passione culinaria? Dividi con noi la ricetta?

L’œuf monstrueux, una ricetta sfortunatamente passata di moda. Eccola: rompete 12 uova dividendo il bianco dal rosso; mettete i rossi in una vescica di maiale, solidificate e poi tirateli fuori. Mettete i bianchi in una vescica più grande, aggiungete i rossi solidificati e chiudete bene. Bollite fino a che i bianchi si solidificano. Scucite il tutto e servite su un letto di spinaci.

 

E il tuo vino o drink preferito?

Adoro l’ubriachezza che mi donano i baci della mia donna.

 

La musica con te adesso?

Fuga Pajarillo di Aldemaro Romero.

 

In che modo vivi lentamente se ti piaci, in una città come la tua?

Devo ammettere che al momento non ho tempo per vivere lentamente. Spero presto di raggiungere questa saggezza. Adesso viaggio molto e sono sempre in movimento, mordo la vita coi denti.

 

Un talento che hai uno che ti manca?

Mi piace pensare che sono bravo ad ascoltare gli altri. Sono convinto che si possa imparare da tutto. Ma mi manca il talento di ascoltare senza pensare alla letteratura, senza pensare: ‘ come posso scrivere questa storia? ‘

 

Che hai imparato sin qui dalla vita?

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Un’anticipazione del primo romanzo di Miguel Bonnefoy, Le voyage d’Octavio, nella sua versione in lingua originale (francese) è pubblicata qui nella nostra sezione Short Stories.

Nella sua versione in Italiano, l’anticipazione è pubblicata qui (sarà presto pubblicata anche in inglese dalla Gallic Books).

Come leggerete, l’editore francese è Payot & Rivages, mentre quello italiano è 66thand2nd.

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